NUOVE IMMAGINI DI DAWN

Le enigmatiche macchie di Cerere

Le dettagliate riprese del cratere Occator sul pianeta nano Cerere, ottenute dalla sonda NASA, mettono in evidenza alcune delle brillanti strutture che punteggiano il corpo celeste, la cui natura non è ancora stata ben compresa

     09/09/2015
La dettagliata immagine del cratere Occator sul pianeta nano Cerere, ottenuta dalla sonda Dawn della NASA. Sono ben visibili delle zone brillanti in prossimità del centro del cratere e in prossimità del bordo nord-orientale, la cui natura non è ancora ben compresa. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

La dettagliata immagine del cratere Occator sul pianeta nano Cerere, ottenuta dalla sonda Dawn della NASA. Sono ben visibili delle zone brillanti in prossimità del centro del cratere e in prossimità del bordo nord-orientale, la cui natura non è ancora ben compresa. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

Con una dettagliatissima immagine del cratere Occator, la sonda Dawn della NASA ci mostra come mai prima d’ora alcune delle enigmatiche macchie brillanti che punteggiano la superficie del pianeta nano Cerere. La foto ha una risoluzione di 140 metri per pixel ed è stata ottenuta combinando due differenti riprese – una esposta correttamente per le zone brillanti, l’altra per le aree circostanti, più scure – proprio per compensare le profonde differenze di luminosità dell’area osservata.  L’analisi dell’immagine ha permesso agli scienziati di rilevare che il bordo del cratere Occator, in alcuni tratti, risulta quasi verticale, con pareti dal dislivello di quasi due chilometri.

Le immagini raccolte dalla sonda sono state prese da un’altitudine di circa 1.500 chilometri, hanno una risoluzione circa tre volte migliore di quelle ottenute nel giugno scorso e ben dieci volte più accurata di quelle registrate tra aprile e maggio.

Attualmente, Dawn ha completato due cicli di osservazioni da 11 giorni ciascuno, dedicati alla mappatura del corpo celeste alla quota attuale, iniziando il terzo proprio oggi. La procedura verrà ripetuta sei volte nell’arco dei prossimi due mesi, per ottenere una visione tridimensionale completa della superficie. E ovviamente per scoprire, grazie alle analisi chimico-fisiche condotte con gli strumenti a bordo di Dawn, la natura di quelle enigmatiche  macchie brillanti.