E’ UNA GALASSIA NANA MANCATA?

Il giubbotto antiproiettile della Nube di Smith

La nube interstellare di idrogeno ad alta velocità viaggia a 241 chilometri al secondo in direzione della Via Lattea, avvolta da un alone di materia oscura che l'ha già protetta durante uno scontro molti milioni di anni fa. Fra 30 milioni di anni è previsto un nuovo violento rendez-vous. Il guscio potrebbe renderla unica rispetto alle sue simili.

     26/05/2014
Immagine in falsi colori della Nube di Smith ottenuta dai dati del Green Bank Telescope (GBT). Credit: NRAO/AUI/NSF

Immagine in falsi colori della Nube di Smith ottenuta dai dati del Green Bank Telescope (GBT). Credit: NRAO/AUI/NSF

Se non fosse per quel guscio di materia oscura, si sarebbe già frantumata contro la Via Lattea. I ricercatori ne sono sicuri: la Nube di Smith si è salvata grazie allo scudo che la protegge, come un giubbotto antiproiettile: senza questo guscio protettivo la nube interstellare di idrogeno ad alta velocità (HVC) si sarebbe disintegrata tempo fa, quando si è scontrata per la prima volta con il disco della nostra galassia. Future osservazioni con il Green Bank Telescope (GBT) potrebbero confermare, inoltre, una teoria già proposta da tempo: l’alone di materia oscura potrebbe indicare che nube sia in realtà una galassia nana mancata, vale a dire un oggetto che ha tutte le caratteristiche per essere una vera e propria galassia nana (di solito composta da qualche miliardo di stelle), ma non l’energia e la materia prima necessaria per produrre stelle proprio a causa dell’idrogeno rarefatto. “Se confermata, tale scoperta potrebbe iniziare a mostrare quanto piccole possano essere davvero le galassie nane”. I ricercatori ritengono che questo potrebbe anche migliorare la nostra comprensione della prima fase della formazione stellare della Via Lattea.

“La Nube di Smith è unica nel suo genere. E’ veloce, piuttosto grande e ormai abbastanza vicina alla nostra galassia da poterne studiare i più piccoli particolari”, ha spiegato Matthew Nichols, ricercatore dell’Osservatorio di Sauverny, in Svizzera, e primo autore dello studio che verrà pubblicato sul Monthly Notices of the Royal Astronomical SocietyPer gli scienziati, però, la nube nasconde un mistero: “un oggetto come questo non avrebbe potuto sopravvivere a uno scontro con la Via Lattea, ma tutte le prove che abbiamo raccolto ci dicono il contrario”. Precedenti studi hanno rivelato un suo primo passaggio ravvicinato molti milioni di anni fa: riesaminando con attenzione i dati e confrontandoli con le nuove informazioni, gli studiosi sono sempre più convinti che la nube sia avvolta da un guscio protettivo, sostanzialmente un alone di materia oscura, vale a dire ciò che compone l’80% di tutta la materia dell’Universo. “Basandoci sull’orbita prevista, nel nostro studio mostriamo che una nube senza alone protettivo non sarebbe sopravvissuta all’incontro col disco galattico”, ha osservato Jay Lockman, astronomo presso il National Radio Astronomy Observatory di Green Bank (Usa) e uno dei coautori dello studio.

La nostra galassia è l’obiettivo preferito di centinaia di nubi galattiche ad alta velocità. L’unico modo per osservare questi oggetti è con i radiotelescopi, come il GBT che può localizzare anche le emissioni più deboli dell’idrogeno neutro. La maggior parte delle nubi ad alta velocità condivide un’origine comune con la Via Lattea, o come residui di galassie limitrofe in via di formazione o come resti di supernovae all’interno della galassia. Un gruppo ristretto di nubi, però, proviene da angoli più lontani dello spazio, con delle caratteristiche ben distinte. Se la teoria dell’alone venisse confermata, la Nube di Smith entrerebbe a far parte di questo gruppo, una delle rare eccezioni.

Con una lunghezza di 11.000 anni luce ed una larghezza di 2.300 anni luce, se fosse visibile a occhio nudo, la Nube di Smith coprirebbe un’area di cielo simile a quella della costellazione di Orione, vale a dire circa 20 volte il diametro della Luna piena. Adesso si trova a 8.000 anni luce dal disco della nostra galassia e si muove verso di noi a una velocità di ben 241 chilometri al secondo. Il nuovo impatto è previsto fra 30 o 40 milioni di anni, ma i segni dello scontro, che forse porterà a una fusione e a un violento processo di formazione stellare nel braccio di Perseo, sono già evidenti, vista la forma allungata causata dalla forza di gravità. Il guscio la proteggerà anche questa volta?