SELEZIONATI I PARTICIPATING SCIENTIST

Due ricercatori italiani per analizzare Titano

Il Programma Participating Scientist di Cassini ha avuto inizio nel 2011 con la selezione di 12 proposte meritevoli, tra cui due italiane. Nel 2012 i selezionati sono stati 9 (nessun italiano), e quest'anno solamente 7, tra cui appunto i due ricercatori italiani dell'IAPS di Roma, Federico Tosi e Giuseppe Mitri

     10/12/2013
riproduzione di un artista dei ghiacci di Titano. CREDIT: NASA/JPL-Caltech/USGS

riproduzione di un artista dei ghiacci di Titano. CREDIT: NASA/JPL-Caltech/USGS

Rappresentazione artistica di Satruno con la sonda Cassini (NASA/ESA/ASI)

Rappresentazione artistica di Satruno con la sonda Cassini (NASA/ESA/ASI)

Due progetti scientifici dell’INAF – IAPS di Roma per la sonda Cassini. È quanto deciso dal review panel NASA-ESA-ASI incaricato di selezionare annualmente i Participating Scientist della missione Cassini Solstice, che ha giudicato molto positivamente le proposte di ricerca presentate da Federico Tosi e Giuseppe Mitri (INAF-IAPS).

Le proposte riguardano lo studio della superficie di Titano, maggiore satellite di Saturno, mediante la combinazione di osservazioni infrarosse e radar e lo studio della crosta ghiacciata del satellite mediante la combinazione di misure di gravità e altimetria.

Il Programma Participating Scientist di Cassini ha avuto inizio nel 2011 con la selezione di 12 proposte meritevoli, tra cui due italiane. Nel 2012 i selezionati sono stati 9 (nessun italiano), e quest’anno solamente 7, tra cui appunto i due ricercatori italiani dell’IAPS di Roma.

Il 9 dicembre i due ricercatori sono stati nominati ufficialmente Participating Scientist per la missione Cassini Solstice nel triennio 2014-2016, e sono stati invitati a recarsi a febbraio prossimo al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena per presentare i loro progetto di ricerca al team Cassini, che qui ci espongono in anteprima:

Nella mia proposta, ci spiega Federico Tosi, ho previsto di studiare il maggiore satellite di Saturno, Titano, combinando e classificando i dati infrarossi e radar acquisiti dall’orbiter di Cassini. Su Titano, i maggiori laghi e mari di etano e metano liquidi si concentrano ad elevate latitudini settentrionali; ma fino ad oggi questa zona era preclusa alle osservazioni ottiche e infrarosse trovandosi in condizioni di ombra permanente. Con l’evolvere della missione Cassini verso il solstizio estivo, la regione polare nord sta diventando gradualmente investigabile anche a lunghezze d’onda ottiche e infrarosse. Combinando i dati infrarossi e radar a vasta scala e classificandoli con tecniche automatiche, sarà possibile investigare l’eventuale emergere di unità di superficie, omogenee in termini di composizione e struttura fisica, che non sono non evidenti dall’analisi dei singoli dati infrarossi o radar. La fusione degli stessi dati a maggiore risoluzione nel cosiddetto distretto dei laghi fornirà un ingrandimento dei terreni fluviali e permetterà un esame diretto delle correlazioni tra i domini spettrale dell’infrarosso e microonde”.

“La mia attività di ricerca – ci dice Giuseppe Mitri – si concentrerà sullo studio della struttura interna di Titano e in particolare della sua crosta ghiacciata esterna, sviluppando modelli di topografia superficiale, delle anomalie di gravità e della deformazione mareale di questo satellite ghiacciato. Per lo studio utilizzerò le misure del campo di gravità determinate dall’esperimento di radio scienza e i dati di elevazione radar della missione Cassini. I dati di gravità indicano che al di sotto della crosta ghiacciata esterna è presente un oceano sottosuperficiale. Tale ricerca permetterà di determinare la struttura della crosta ghiacciata esterna e, tramite lo studio della sua deformazione mareale, di stimare la densità dell’oceano sottosuperficiale. I risultati della ricerca permetteranno di capire meglio non solo la struttura interna di Titano ma anche la sua storia evolutiva”.