
Ma lo studio dal team di Catherine Olkin del Southwest Research Institute di Boulder, Colorado, mostra che l’atmosfera composta da azoto, metano, monossido di carbonio e ossigeno non dovrebbe sparire. Rispetto ai dati raccolti dal 1998 l’atmosfera è anzi ora tre volte più densa.
Il momento centrale dello studio è stato lo scorso 4 maggio, quando Plutone è passato davanti a una stella nella costellazione del Sagittario permettendo agli astronomi di guardare nel dettaglio l’atmosfera bloccare parte della luce della stella . Il modo in cui la luce della stella si è affievolita gradualmente ha rivelato un’atmosfera con circa un centomillesimo della pressione di quella terrestre ma comunque abbastanza sostanziosa da non scomparire mai durante l’orbita.
Nel 1989 Plutone si è avvicinato al Sole raggiungendo il suo perielio (29,58 U.A). Quando nel 2113 raggiungerà l’afelio avrà il 36% di luce solare in meno ed entrerà nel pieno inverno plutoniano. A quel punto si troverà anche fuori dalla Fascia di Kuiper. Per questo molti scienziati hanno predetto un eventuale collasso della sua atmosfera. Secondo la Olkin, invece, si verificherà soltanto un parziale congelamento dei gas sulla superficie, come accade su Marte al polo sud durante l’inverno. La temperatura su Plutone è di -233 gradi Celsius, quindi l’acqua ha la consistenza della roccia e gas come l’azoto e il metano rimangono quasi sempre allo stato gassoso. E’ proprio durante il perielio che il pianeta nano assorbe tutta l’energia di cui ha bisogno per non perdere l’atmosfera durante la sua lunga orbita lontano dal Sole.
Per saperne di più:
- Leggi lo studio di Catherine Olkin: Pluto’s Atmosphere Does Not Collapse






