UN ASTEROIDE TRIPLO IN OCCULTAZIONE

Silvia e le sue lune

Un gruppo di ricerca del SETI Institute ha ottenuto nuove informazioni sull’asteroide 87 Silvia e le sue due lune, grazie anche all’aiuto di astrofili che hanno osservato la tripletta durante l’occultazione di una lontana stella.

     08/10/2013
Rappresentazione artistica dell’asteroide Silvia e dei suoi due satelliti, Romolo e Remo. Credit: Danielle Futselaar / SETI Institute

Rappresentazione artistica dell’asteroide Silvia e dei suoi due satelliti, Romolo e Remo. Crediti: Danielle Futselaar / SETI Institute

87 Silvia, 45 Eugenia, 216 Cleopatra e 93 Minerva sono delle vere bellezze spaziali, con un amante in comune. Loro sono asteroidi tripli, vaganti nella cintura principale tra le orbite di Marte e Giove. Lui è Franck Marchis, un astronomo di origine francese specializzato nella caratterizzazione di questi corpi multipli, attualmente in forze all’istituto di ricerca SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) di Mountain View, in California.

87 Silvia, che con le sue dimensioni di 270 km è uno dei più grandi asteroidi della fascia principale, possiede due piccole lune, Romolo e Remo. Quest’ultima è stata scoperta proprio da Marchis e colleghi francesi nel 2005, facendo di 87 Silvia il primo asteroide noto ad avere più di un satellite. Ora Marchis è tornato a puntare gli occhi sulla sua prima fiamma e ha presentato ieri al Congresso annuale della AAS Division for Planetary Sciences i risultati delle ultime osservazioni, condotte dal suo team congiuntamente con una rete di appassionati astrofili.

Dopo avere raccolto per anni dati sull’asteroide con i potenti telescopi Keck, VLT e Gemini, i ricercatori hanno colto l’occasione che si è presentata il 6 gennaio 2013 quando 87 Silvia è passato di fronte a una lontana stella brillante, occultandola, per chiedere la collaborazione di EURASTER, un gruppo di astrofili e professionisti, che poteva seguire la mini-eclisse lungo una ristretta zona tra la Grecia e la Francia. Una cinquantina di appassionati hanno quindi puntato i loro telescopi al cielo quella notte, e una parte di loro è poi effettivamente riuscita a registrare l’occultazione per la breve manciata di secondi in cui è durata.

Le osservazioni degli astrofili hanno aiutato i ricercatori a completare il quadro e a determinare che l’asteroide gigante 87 Silvia appare di forma irregolare, con un nucleo sferico denso contornato da uno strato di materiale relativamente più morbido.

Intravista in controluce, anche la più grande e più esterna delle due lune, Romolo, ha svelato qualcosa del suo aspetto: è risultata di dimensioni attorno ai 24 km e la sua forma oblunga, composta da due lobi, ricorda un po’ un manubrio da sollevamento pesi. Questo suggerisce ai ricercatori che Romolo si sia formata da detriti espulsi dall’asteroide Silvia ancora in formazione, in seguito a un violento impatto avvenuto miliardi di anni fa.

“Osservazioni combinate di telescopi grandi e piccoli forniscono un’opportunità unica per capire la natura di questo complesso ed enigmatico sistema triplo di asteroidi” spiega Marchis. “Grazie alla presenza delle lune, possiamo mettere dei limiti precisi alla densità di un asteroide, senza la necessità di visitarlo con una sonda. La conoscenza della struttura interna degli asteroidi è cruciale per comprendere come si siano formati i pianeti del nostro sistema solare.”

Silvia e le sue lune come osservati in vari momenti dai telescopi Keck e VLT con attica adattiva. Il cerchio nero mostra la forma irregolare dell’asteroide. Crediti: Franck Marchis

Silvia e le sue lune come osservati in vari momenti dai telescopi Keck e VLT con attica adattiva. Il cerchio nero mostra la forma irregolare dell’asteroide. Crediti: Franck Marchis