FIRMATO IL CONTRATTO IN ESO

Ottiche francesi per ESPRESSO

Il nuovo e più evoluto cacciatore di pianeti dell'ESO, ESPRESSO, entra nella sua fase finale di realizzazione per essere operativo nel 2016. "Siamo di fronte ad una nuova frontiera tecnologica" spiega Stefano Cristiani dell'INAF - Osservatorio Astronomico di Trieste, nel progetto insieme all'Osservatorio di Brera

     08/08/2013

espressoFirmati i contratti con l’impresa francese Winlight Systems per la costruzione delle ottiche delle fotocamere per ESPRESSO, il nuovo e potente strumento di ricerca dell’ESO per la caccia ai pianeti extrasolari.

ESPRESSO (Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanet and Stable Spectroscopic Observations) è infatti uno spettrografo ultra-stabile che nel 2016 sarà installato presso l’Osservatorio del Paranal, in Cile, nel deserto di Atacama e che saràin grado di combinare la luce di tutti e quattro i telescopi del VLT (Very Large Telescope) per creare l’equivalente di un super-telescopio di 16 metri di apertura.

ESPRESSO è sviluppato da un consorzio costituito da INAF e altri sei istituti scientifici: Centro de Astrofísica da Universidade do Porto, Faculdade de Ciências da Universidade de Lisboa,  European Southern Observatory, INAF–Osservatorio Astronomico di Trieste, INAF – Osservatorio  Astronomico di Brera,    Instituto de Astrofísica de Canarias, Physikalisches Institut der Universität Bern e Université de Genève.

ESPRESSO rappresenta un’evoluzione e un notevole passo avanti rispetto ai migliori cacciatori attuali di pianeti extra-solari: HARPS (the High Accuracy Radial velocity Planet Searcher) e HARPS-Nord (vedi Media INAF) che operano rispettivamente al telescopio da 3,6 metri dell’ESO a La Silla e al Telescopio Nazionale Galileo (TNG), presso l’Osservatorio Roque de Los Muchachos nell’arcipelago delle Canarie, in Spagna.

ESPRESSO si giova di una capacità di raccogliere luce molto  maggiore rispetto agli HARPS e di una migliore stabilità e possibilità di calibrazione, offerte ad esempio dalla tecnica rivoluzionaria del pettine di frequenze, avendo l’obiettivo primario di identificare e caratterizzare pianeti extrasolari simili per massa e struttura alla Terra. Muovendosi nel terreno inesplorato dell’altissima precisione ESPRESSO permetterà di allargare le    frontiere dell’astrofisica e della cosmologia in vari campi, ad esempio ricercando, analizzando la luce di quasars distanti, variazioni delle costanti fondamentali della fisica in funzione del tempo cosmico e della direzione nello spazio.

“Siamo in una fase emozionante del progetto ESPRESSO, commenta Stefano Cristiani dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Trieste (a capo del gruppo triestino che ha la responsabilità del controllo elettronico dello strumento, vedi Media INAF), in cui anni di studi, discussioni, disegni, iniziano a materializzarsi in forma di lenti, specchi, meccaniche, fibre ottiche, rivelatori capaci di incredibili prestazioni tecniche. È il caso tipico di un’ambiziosissima ricerca astronomica che si tramuta in richieste estreme alle industrie. Spostando le frontiere della tecnologia e aprendo la strada anche a ricadute pratiche impensabili fino a poco tempo prima”.