Firmati i contratti con l’impresa francese Winlight Systems per la costruzione delle ottiche delle fotocamere per ESPRESSO, il nuovo e potente strumento di ricerca dell’ESO per la caccia ai pianeti extrasolari.
ESPRESSO (Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanet and Stable Spectroscopic Observations) è infatti uno spettrografo ultra-stabile che nel 2016 sarà installato presso l’Osservatorio del Paranal, in Cile, nel deserto di Atacama e che saràin grado di combinare la luce di tutti e quattro i telescopi del VLT (Very Large Telescope) per creare l’equivalente di un super-telescopio di 16 metri di apertura.
ESPRESSO è sviluppato da un consorzio costituito da INAF e altri sei istituti scientifici: Centro de Astrofísica da Universidade do Porto, Faculdade de Ciências da Universidade de Lisboa, European Southern Observatory, INAF–Osservatorio Astronomico di Trieste, INAF – Osservatorio Astronomico di Brera, Instituto de Astrofísica de Canarias, Physikalisches Institut der Universität Bern e Université de Genève.
ESPRESSO rappresenta un’evoluzione e un notevole passo avanti rispetto ai migliori cacciatori attuali di pianeti extra-solari: HARPS (the High Accuracy Radial velocity Planet Searcher) e HARPS-Nord (vedi Media INAF) che operano rispettivamente al telescopio da 3,6 metri dell’ESO a La Silla e al Telescopio Nazionale Galileo (TNG), presso l’Osservatorio Roque de Los Muchachos nell’arcipelago delle Canarie, in Spagna.
ESPRESSO si giova di una capacità di raccogliere luce molto maggiore rispetto agli HARPS e di una migliore stabilità e possibilità di calibrazione, offerte ad esempio dalla tecnica rivoluzionaria del pettine di frequenze, avendo l’obiettivo primario di identificare e caratterizzare pianeti extrasolari simili per massa e struttura alla Terra. Muovendosi nel terreno inesplorato dell’altissima precisione ESPRESSO permetterà di allargare le frontiere dell’astrofisica e della cosmologia in vari campi, ad esempio ricercando, analizzando la luce di quasars distanti, variazioni delle costanti fondamentali della fisica in funzione del tempo cosmico e della direzione nello spazio.
“Siamo in una fase emozionante del progetto ESPRESSO, commenta Stefano Cristiani dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Trieste (a capo del gruppo triestino che ha la responsabilità del controllo elettronico dello strumento, vedi Media INAF), in cui anni di studi, discussioni, disegni, iniziano a materializzarsi in forma di lenti, specchi, meccaniche, fibre ottiche, rivelatori capaci di incredibili prestazioni tecniche. È il caso tipico di un’ambiziosissima ricerca astronomica che si tramuta in richieste estreme alle industrie. Spostando le frontiere della tecnologia e aprendo la strada anche a ricadute pratiche impensabili fino a poco tempo prima”.