LIBRO DIDATTICO DI STEFANO SANDRELLI

Io, i quanti e mia figlia

La recensione dell'ultimo lavoro di Stefano Sandrelli, Quanti amici, edito da Feltrinelli Kids, e letto da una 'fanciulla' di 13 anni, un buon test per una corretta recensione

     19/11/2012

Quanti amici. È l’ultimo (in termini temporali ovviamente)  lavoro letterario di Stefano Sandrelli. Astrofisico dell’Osservatorio Astronomico di Brera dell’INAF e curatore di una rubrica di Rainews per l’Agenzia Spaziale Europea, Stefano Sandrelli è anche il Presidente del Comitato per la sezione italiana delle Olimpiadi dell’Astronomia. Divulgatore scientifico è alla sua seconda opera con la Feltrinelli, settore per ragazzi. E “Quanti amici” è anche il primo libro di Stefano Sandrelli che ho ho avuto occasione di recensire. Un libro sulla fisica dei quanti spiegato ai ragazzi. Insomma, un modo per mettermi alla prova per verificare le mie acquisiste conoscenze scientifiche (sono laureato in lettere e ho fatto il classico, ma quest’ultimo vale anche la maggior parte degli astrofisici, in barba a Croce e Gentile), un po’ come accade a un appassionato di astronomia o di astronautica.

Poi mi sono detto che questa recensione poteva essere distorta dalla mia età, quasi cinquanta anni, da un’aspettativa di scrittura più verso gli adulti che verso i ragazzi, dal rivivere nelle situazioni descritte nel libro situazioni forse non sempre piacevoli così da condizionarne il giudizio. E allora ho chiesto di fare la recensione a una persona più indicata: mia figlia. 13 anni (i protagonisti hanno 8 e 12 anni) farà il classico (lo trovo un elemento importante per riunificare la cultura italiana come ha ricordato lo stesso Presidente Napolitano la scorsa settimana), più adatta di me per poter dire se piace ed è comprensibile.

Ebbene il risultato è stato felice per l’autore. Alla domanda  ti è piaciuto il libro la risposta è stata positiva con annesso racconto dell’escamotage letterario trovato da Stefano per far si che queste due giovani menti incontrassero i loro docenti e, soprattutto, capissero la fisica dei quanti. Un week end in montagna a contatto con la natura in compagnia di fisici e astrofisici (manca si qualche umanista…  così per far reincontrare Galileo con Daniello Bartoli o Giambattista Basile). Ma insomma il racconto, a scopi didattici certo, c’era e veniva apprezzato. Ora veniva la domanda più difficile: “ma hai capito tutto”. “Certo papà ” e giù spiegazioni di questo o di quell’altro.

Beh se chi dovrebbe leggerlo ne parla bene, io che altro posso aggiungere. Certo è che quando mia figlia tra un’intercalare e un altro (tipo, tipo, tipo…) mi spiegava, mi sono perso. E allora lo leggerò.