LE SUPERNOVAE DI TIPO 1A

Due origini, una specie

In un articolo apparso su Science il ricercatore Ben Dilday dell'Università di Santa Barbara della California mette fine al confronto su quale possa essere l'origine di una supernova di tipo 1a, dimostrando che entrambe le teorie accreditate sono corrette. Enrico Cappellaro: "Un risultato significativo perché conoscere più accuratamente questo peculiare tipo di supernova ci permetterà di studiare meglio l'Universo e la sua composizione"

     23/08/2012

Due ipotesi un solo risultato. E’ quanto dimostra uno studio pubblicato su Science sulle Supernovae di tipo 1a, le cui origini erano oggetto, almeno fino ad oggi, di dibattito. Per cercare di capire il valore dello studio e le novità che apporta, abbiamo chiesto ad un esperto di supernovae, Enrico Cappellaro, dell’Osservatorio Astronomico di Padova dell’INAF, partendo dalla premessa di fondo: che cosa è una supernova di tipo 1a?

Le supernovae 1a sono l’esplosione di nane bianche che diventano cosi’ luminose da renderle visibili a distanze molto molto grandi e utilizzando le supernovae 1a, e’ stato possibile misurare le dimensioni del nostro universo e provare, questo risale a qualche anno fa ormai ma il nobel e’ stato assegnato quest’anno, che l’espansione dell’universo e’ sorprendentemente accelerata. Questo risultato e’ stato ricavato utilizzando le Supernovae 1a come indicatori di distanza.

A cosa si deve l’origine di una supernova?

Il dibattito propone due ipotesi: in tutti e due i casi la stella che esplode è una nana bianca però in un possibile scenario sono due nane bianche che si fondono insieme, per poi esplodere, in un altro scenario la nana bianca ha una compagna con un raggio molto più grande (ma non in massa) che cede della materia alla nana bianca fino a portarla all’esplosione. Quindi sempre due nane bianche che esplodono ma in queste due possibili configurazioni.

Science cosa dimostra allora?

Fino a qualche anno fa, rispetto agli scenari appena illustrati, c’erano due partiti che sostenevano che una sola era l’ipotesi percorribile. Queste due configurazioni dovevano essere alternative perchè quello che noi osserviamo è che le supernovae 1a quando esplodono sono sempre molto simili le une alle altre. Sembrava quindi difficile ammettere che vi fossero due diversi canali che portavano al medesimo risultato.  Questo studio di Science, invece, che comunque riprende studi fatti in passato, dimostra che tutti e due gli scenari sono in realtà possibili. Effettivamente in natura tutti e due questi canali e se vogliamo, un po’ a sorpresa, portano a delle esplosioni che sono sempre molto simili.

Questa conferma può fornire elementi ulteriori alla ricerca per l’energia e la materia oscura?

Non cambia quanto è stato scoperto anni fa, ma invece è importante per quello che si potrà fare in futuro, ovvero non solo constatare che accelera, ma sapere perchè accelera. Per capire questo c’è bisogno di misure molto più dettagliate e, naturalmente, se vogliamo usare le supernovae di tipo 1a come indicatori, dobbiamo essere sicuri che la loro luminosità non cambia.  Bisogna anche tener presente che una supernova molto lontana è anche esplosa miliardi di anni fa. E dobbiamo essere sicuri  che quest’ultime siano uguali a quelle che esplodono nei dintorni di casa nostra, per così dire. Questo tipo di studi è importante per capire se possano esserci o meno delle differenze.

Ascolta l’intervista completa a Enrico Cappellaro