VERRA’ UTILIZZATO IL SUPERCOMPUTER FERMI

Anelli magnetici simulati al calcolatore

30 milioni di ore per simulare e studiare i processi che innescano i violenti fenomeni di riconnessione magnetica nella corona solare. È questo il tempo di calcolo concesso dall'infrastruttura europea PRACE per il progetto congiunto dell'Osservatorio Astronomico e dell'Università di Palermo.

     03/05/2012

30 milioni di ore per simulare e studiare i processi che innescano i violenti fenomeni di riconnessione magnetica nella corona solare da cui scaturiscono i brillamenti e le emissioni di massa coronale, le più violente manifestazioni dell’attività della nostra stella. A tanto ammonta il tempo di calcolo sul supercomputer FERMI del CINECA di Bologna assegnato al progetto “The way to heating the solar corona: Finely-resolved twisting of magnetic loops”, proposto dall’Università di Palermo insieme all’INAF-Osservatorio Astronomico di Palermo e approvato nell’ambito di un bando internazionale promosso da PRACE (Partnership for Advanced Computing in Europe), la massima infrastruttura di supercalcolatori a livello europeo.

Nella simulazione, che ‘spremerà’ 40.000 processori di calcolo di FERMI, verrà utilizzato un modello tridimensionale che riproduce la torsione progressiva di un tubo di flusso magnetico con un altissimo livello di dettaglio, sia spaziale che temporale. L’obiettivo è quello di descrivere come i moti convettivi della fotosfera solare trascinino il campo magnetico sovrastante e lo mettano in tensione a tal punto da provocare fenomeni di riconnessione magnetica violenta, che sono alla base dei brillamenti solari.

“Questi nuovi elaboratori ci consentiranno di indagare sul riscaldamento della corona solare con completezza e livello di dettaglio prima impensabili” commenta Fabio Reale del Dipartimento di Fisica dell’Università di Palermo e associato INAF presso l’Osservatorio Astronomico di Palermo, che guida il progetto. “Sarà un passo importante per la nostra conoscenza del Sole e dei meccanismi che governano il plasma confinato magneticamente, con potenziali ricadute anche su plasmi da fusione e di laboratorio”.

Nello studio sono coinvolti anche Salvatore Orlando dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Palermo, Marco Miceli dell’Università di Palermo e associato INAF, e Massimiliano Guarrasi, sempre dell’Università di Palermo.