SULLE ‘NOTE’ CHE RISUONANO DAL BIG BANG A OGGI

La musica del cosmo

C'era una volta il ritornello di una celebre canzone dello Zecchino d'Oro che cantava: "Il coccodrillo come fa? Non c'è nessuno che lo sa". Parafrasando questo motivetto, ci chiediamo: e l'Universo come fa? Ha risposto Janna Levin, della Columbia University, in una conferenza di TED.

     04/04/2011

Qual è il rumore del Big Bang? Che cosa si ode quando due galassie entrano in collisione? E come fa un buco nero che “mangia” materia? Siamo abituati a pensare allo spazio come a un luogo silenzioso. Sin da quando Galileo Galilei puntò il suo rudimentale cannocchiale verso le stelle, 400 anni or sono, telescopi e satelliti continuano a mostrarci quello sbalorditivo film muto, che è la storia dell’Universo. Ma il cosmo non è affatto muto. Ha una sua colonna sonora, come racconta in questa conferenza per TED TV Janna Levin, professore di fisica e astronomia al Barnard College della Columbia University. Dovremmo però imparare ad ascoltarlo, lo spazio, oltre che fotografarlo.

Janna Levin, che nella vita si occupa di studiare l’Universo primordiale, il caos e i buchi neri ed è autrice di libri, spiega che “può riecheggiare una specie di registrazione, in ogni parte dell’Universo, di alcuni dei più sensazionali eventi, mentre essi hanno luogo. Non abbiamo mai sentito i suoni dello spazio”, specifica l’astronoma. “Ma nei prossimi cinque anni, dovremmo davvero iniziare ad alzare il volume su quello che succede là fuori”.

A cominciare dai buchi neri, per esempio. Che non possiamo vedere, ma potremmo sentire. I buchi neri, infatti, risuonano nello spazio temporale come  tamburi. Non è un esercizio di fantasia, ma la conseguenza della teoria della Relatività di Albert Einstein. In meno di 20 minuti, Levin tiene un’appassionante lezione di astrofisica, in cui racconta la storia dei buchi neri, spiega la loro natura, tocca le “corde” delle onde gravitazionali, tende l’orecchio alle vibrazioni sconosciute che risuonano da quasi 14 miliardi di anni e che forse ambiziosi esperimenti come LIGO e LISA ci faranno udire.  E in questa passeggiata sonora attraverso l’Universo, ci offre un jingle del rumore che emette un buco nero più leggero che cade in un buco nero più pesante: una sorta di percussione, simile al battito del cuore, che accelera e si fa sempre più forte, man mano che il piccolo buco nero s’avvicina, e poi sparisce. Mentre quella del Big Bang è una musica che rimbomba dall’istante zero del tempo e dello spazio (un rumore alquanto cacofonico, per la verità), e si è propagata fino a noi.  “Forse un giorno riusciremo a sentirla, la prima canzone dello spazio”, prevede Levin, “è ovunque intorno a noi, se qualche altro processo non l’ha spazzata via”.