STUDIO ITALO-AMERICANO TROVA IL NASCONDIGLIO

Radiografia della materia mancante

L'osservatorio a raggi X Chandra della NASA e il satellite Newton hanno permesso di stanare la quota di particelle ordinarie che manca all'appello nell'Universo vicino. La ricerca, targata anche INAF, su Astrophysical Journal

     14/05/2010

L’osservatorio a raggi X Chandra della NASA, insieme ai dati raccolti dal satellite Newton, hanno scoperto dove si nasconde la “materia mancante”, quella consistente quota di particelle barioniche ordinarie (protoni, elettroni, neutroni, la materia di cui siamo fatti, insomma) che per qualche motivo manca all’appello nell’Universo vicino. La parte di materia ordinaria che si rileva, infatti, è molto inferiore rispetto a quella che si dovrebbe rilevare. Dove sta tutto il resto? Ricercatori statunitensi e italiani hanno trovato il covo segreto, come spiega su Astrophysical Journal uno studio frutto della collaborazione tra l’Università della California a Irvine, del MIT di Cambridge (Massachusetts) e degli Osservatori astronomici INAF di Trieste, Roma, Brera e dell’Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica Iasf di Milano.

Secondo lo studio, la gran parte della materia mancante si trova in un’immensa rete di gas caldo diffuso, con temperature di circa un milione di gradi, chiamato Warm-Hot Intergalactic Medium (WHIM). Si tratta di materiale residuo della formazione delle galassie, successivamente arricchitosi degli elementi espulsi dalle stesse. Osservare questo WHIM è difficile, perché è tenue ma molto diffuso e si confonde con il resto dei segnali provenienti da altri oggetti cosmici.

I ricercatori hanno esaminato i raggi X emessi in gran quantità dal buco nero supermassiccio che si trova oltre il nucleo galattico attivo della Chioma, a circa 2 miliardi di anni luce. Sulla traiettoria di osservazione hanno intercettato lo Sculptor Wall, a circa 400 milioni di anni luce da qui, un’enorme struttura composta da migliaia di galassie che rappresenterebbe un ricco bacino di WHIM. I raggi X emessi dal buco nero centrale attraversano lo Sculptur Wall, e qui verrebbero parzialmente assorbiti in una quantità prevista dalle simulazioni teoriche. I ricercatori sono convinti che questa diffusa rete di gas caldo, lo WHIM, si trovi anche in altre strutture su larga scala dell’Universo