LA CELLA M1 RIPRENDE IL VIAGGIO DOPO L’INCIDENTE

Rotta verso il Cile

È partito da Villafranca (Verona) alla volta del Cerro Paranal, sulle Ande, il sofisticato sistema sviluppato dall'INAF che ospiterà e movimenterà lo specchio principale da 2,6 metri di diametro del telescopio VLT Survey Telescope. Un anno fa, un incidente durante il trasporto aveva danneggiato il componente.

     14/05/2010

Un dettaglio della cella M1 che ospiterà lo specchio principale da 2,6 m di diametro del VST

È partito lo scorso lunedì dallo stabilimento della Ditta Tomelleri di Villafranca, in provincia di Verona, alla volta del Cile, il sofisticato sistema che ospiterà e movimenterà lo specchio principale da 2,6 metri di diametro del telescopio VLT Survey Telescope (VST), collocato sul sito osservativo dell’ESO a Cerro Paranal, sulle Ande. L’integrazione di questo componente, la cosiddetta “cella M1”, permetterà così di completare la costruzione del VST e quindi dare il via alla fase di commissioning, ossia dei test operativi, del telescopio. Un avvio che purtroppo è slittato di molti mesi rispetto a quanto preventivato. La causa è stata un grave incidente avvenuto esattamente un anno fa alla stessa cella che, sempre nel viaggio via nave tra l’Italia e il Cile, era stata danneggiata e resa quindi inutilizzabile dall’acqua penetrata nelle casse che contenevano la delicata strumentazione. A tutt’oggi l’INAF ha in corso un contenzioso legale con la Ditta Fagioli, responsabile del trasporto, e INA-Assitalia, quale assicuratore dello stesso, per il risarcimento dei danni subiti.

Il VST, primo del suo genere nel panorama europeo sino all’entrata in servizio del telescopio infrarosso VISTA, nel 2010, è stato ideato dall’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte, che lo ha inizialmente finanziato con fondi attribuiti all’Osservatorio dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (oggi MIUR), dal Consorzio Nazionale di Astronomia e Astrofisica (CNAA), e dal Consiglio Regionale della Campania. In base a un Memorandum of Understanding sottoscritto nel giugno del 1998, l’ESO sovrintende le diverse fasi della costruzione del telescopio ed è responsabile diretto delle infrastrutture e della gestione e manutenzione dello strumento. Le risorse umane ed economiche messe in campo dall’INAF per la realizzazione del VST varranno all’Istituto una significativa quota di tempo di osservazione del VST, stimabile in circa il 20%, cui si aggiunge un congruo numero di notti di osservazione al VLT.

Una volta operativo, VST sarà una preziosissima “spalla” scientifica per VLT, il Very Large Telescope, anch’esso collocato sul sito di Cerro Paranal. Il VST è stato infatti progettato e realizzato per osservazioni astronomiche a grande campo di vista: l’area di cielo che VST potrà studiare in un colpo solo è pari a un grado quadrato, ossia la superficie apparente di quattro lune piene. Le posizioni degli oggetti celesti più interessanti che verranno osservati dal VST potranno essere rapidamente passate al VLT che potrà sfruttare così la potenza dei suoi quattro telescopi da 8,4 metri di diametro per studiarli in dettaglio. A raccogliere e registrare le immagini prodotte da VST ci penserà una camera digitale il cui rivelatore è composto da un insieme di 32 sensori CCD, con una risoluzione complessiva di ben 256 Megapixel. Uno strumento sofisticato, realizzato da un consorzio internazionale (OmegaCam) di cui, oltre all’ESO, fanno parte istituti di Germania, Olanda e, per l’Italia, gli Osservatori Astronomici INAF di Padova e Napoli.