DALLA UE 5.2 MILIONI DI EURO PER IL PROGETTO

Cento di questi telescopi

Vogliono costruire un array con un centinaio di enormi telescopi Čerenkov. Per studiare emissioni cosmiche con energie fino a 10 volte superiori a quelle prodotte da LHC. Partecipa anche l’INAF. L’Europa ci crede, e seleziona il progetto con un finanziamento, per la fase di studio, di oltre 5 milioni di euro.

     09/04/2010

Una distesa di quattro chilometri quadrati occupata da un centinaio di grandi telescopi, da 6 fino a 24 metri di diametro ciascuno. Per esplorare una porzione di Universo ancora sconosciuta: quella delle altissime energie, fino a 100 TeV (LHC, al massimo della sua potenza, potrà arrivare a 14 TeV). Il nome del progetto, al quale partecipano circa cento istituzioni scientifiche (fra le quali l’Istituto Nazionale di Astrofisica) appartenenti a 22 nazioni, è Čerenkov Telescope Array. Nome ispirato a Pavel Alekseevič Čerenkov, il fisico russo che per primo descrisse il fenomeno sfruttato da questi telescopi per rilevare le emissioni cosmiche ad altissima energia, il cosiddetto effetto Čerenkov: la radiazione emessa da particelle che attraversano l’atmosfera terrestre a velocità superiori a quelle della luce (senza comunque violare alcuna legge fisica). La proposta per la fase preparatoria ha appena ricevuto dalla Commissione Europea un giudizio lusinghiero (13.5 punti su 15), ed è stata quindi ammessa alla fase di negoziazione, per un ammontare complessivo di 5.200.000 euro.

Ancora non si è deciso dove sorgerà, ma sono già stati individuati alcuni siti adatti alle esigenze scientifiche. «Al momento, quelli più accreditati sono in Cile, in Namibia o in Sudafrica», elenca Bruno Sacco, responsabile del Čerenkov Telescope Array per l’Inaf e direttore dello IASF Palermo, «e in alternativa—o meglio in aggiunta, visto che potremmo arrivare a costruire anche due array, uno per l’emisfero Sud e uno per quello Nord—le Isole Canarie». Alle Canarie, come del resto in Namibia, già esistono telescopi Čerenkov, rispettivamente MAGIC e HESS. L’ambizione del Čerenkov Telescope Array è quella di arrivare, rispetto a questi, a prestazioni dieci volte superiori. «MAGIC e HESS raggiungono un livello di sensibilità che corrisponde a circa un centesimo dell’emissione della Crab Nebula. Noi pensiamo di arrivare a un millesimo», si augura Sacco, «così da poter misurare molte più sorgenti. Inoltre, amplieremo la banda di energia rilevabile, sia verso le energie più alte sia verso quelle più basse. Questo ci permetterà di correlare il segnale raccolto con quello catturato dai satelliti gamma, come Fermi e l’italiano AGILE».

I ruoli che potrà rivestire l’Inaf nel progetto sono di tutto rilievo. Anzitutto, per le  sue competenze scientifiche. Ma anche nella realizzazione degli specchi, grazie soprattutto alla tecnologia sviluppata dall’Osservatorio di Brera, già utilizzata per MAGIC. E, rimanendo in campo tecnologico, nella progettazione dei sensori. Infine, Inaf potrà avere anche un importante ruolo gestionale nell’organizzazione del Čerenkov Telescope Array come «osservatorio»: dunque, non un semplice esperimento utilizzabile da chi lo ha realizzato, bensì una vera e propria facility aperta all’intera comunità scientifica, alla quale scienziati da tutto il mondo potranno avere accesso in base alla validità delle loro proposte.

La fase preparatoria, che durerà circa tre anni, comincerà a luglio. L’inizio dei lavori è previsto per il 2013, ed entro il 2017 l’intero array dovrebbe essere completato. Le osservazioni potranno però avere inizio già dopo la costruzione dei primi telescopi. Gli obiettivi scientifici primari sono le sorgenti in grado di produrre altissime energie, come le esplosioni di supernovae, le pulsar e gli AGN. «Ma la banda d’energia alla quale si spingerà il Čerenkov Telescope Array», sottolinea Sacco, «è ancora tutta da esplorare, e potrebbe riservare parecchie sorprese».

Per approfondire: From MAGIC to CTA: the INAF participation to Cherenkov Telescopes experiments for very high energy astrophysics, articolo di Angelo Lucio Antonelli sulla partecipazione dell’INAF ai telescopi Čerenkov.