IMMAGINARE L’UNIVERSO DOPO EINSTEIN

Gravity, mostra al Maxxi fra arte e scienza

Il pensiero creativo di artisti e scienziati alla prova dei grandi interrogativi posti dal cosmo. Questo il tema della mostra che inagura domani, sabato 2 dicembre, a Roma, a cura del Maxxi, dell’Agenzia spaziale italiana e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare.

     01/12/2017

Aeroke di Tomás Saraceno e modello dell’antenna Cassini nell’allestimento al Maxxi in occasione della mostra “Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein”. Crediti: Cecilia Fiorenza, courtesy Fondazione Maxxi

Ha viaggiato nello spazio per vent’anni, attraversando fasce di asteroidi, passando accanto a Venere e Giove, sorvolando i mari di metano liquido di Titano e una “tempesta esagonale” su Saturno e, prima di distruggersi nell’atmosfera del pianeta, si è “tuffata” 22 volte nei suoi anelli. Il modello della sonda Cassini, con tutta la potenza evocativa del suo viaggio spaziale, è sospeso nella hall del Maxxi insieme ad Aeroke, l’installazione di Tomás Saraceno composta da due palloni aerostatici specchianti che captano i suoni impercettibili dispersi nell’atmosfera, e accoglie i visitatori di Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein.  La mostra, a cura di Luigia Lonardelli (Maxxi), Vincenzo Napolano (Infn) e Andrea Zanini (Asi) con la consulenza scientifica di Giovanni Amelino-Camelia, sarà al Maxxi dal 2 dicembre 2017 fino al 29 aprile 2018.

Il progetto, fortemente voluto da Giovanna Melandri, presidente Fondazione Maxxi, è il risultato di una inedita collaborazione del museo con l’Agenzia spaziale italiana (Asi, presieduta da Roberto Battiston) e l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn, presieduto da Fernando Ferroni), con il sostegno del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca. Il main partner è Enel, primo socio privato della Fondazione Maxxi, che ha scelto di sostenere proprio questa mostra per il suo alto valore culturale e di ricerca, offrendo l’ingresso gratuito a un ricco programma di incontri con scienziati, filosofi, artisti. Leonardo sostiene le attività educative legate all’esposizione.

A poco più di un secolo dalla formulazione della teoria della relatività di Albert Einstein, che ha trasformato radicalmente la cosmologia, Gravity indaga le connessioni e le analogie tra arte e scienza, dimostrando la profonda influenza dello scienziato tedesco sul pensiero contemporaneo.

Al lavoro su uno degli specchi del rivelatore di onde gravitazionali Virgo nel laboratorio Ego (European Gravitational Observatory) dell’Infn e del Cnrs francese, che si trova a Cascina (Pisa). Crediti: Simone Schiavon/Infn

Installazioni scientifiche, reperti storici e simulazioni di esperimenti, come il Cannocchiale di Galileo e lo Specchio di Virgo (l’interferometro laser che capta le onde gravitazionali), dialogano con opere di artisti moderni e contemporanei: da Marcel Duchamp ad Allora & Calzadilla, Peter Fischli e David Weiss, Laurent Grasso, Tomás Saraceno, in questa occasione nella duplice veste di curatorial advisor e autore, in un percorso immersivo che dà la possibilità al pubblico di avvicinarsi alle innovazioni della fisica moderna.

La grande e complessa installazione Cosmic Concert di Tomás Saraceno, dove suoni, vibrazioni e segnali visivi interagiscono tra loro e con i movimenti dei visitatori, ingloba l’intero percorso espositivo che esplora tre concetti chiave strettamente connessi tra loro: Spaziotempo, Confini, Crisi.

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