LA SONDA STA PER INCONTRARE GIOVE

Aspettando l’arrivo di Juno…

Il quinto pianeta del Sistema solare sta per essere raggiunto dal JUpiterNear-polarOrbiter. Il gigante gassoso ha avuto un ruolo influente nella storia del Sistema solare e per questo è fondamentale studiarne le origini e i diversi fenomeni atmosferici che avvengono su di esso. L'Italia partecipa alla missione con due strumenti e un sensore

     04/07/2016
Il modellino della sonda Juno della NASA. Crediti: NASA/Aubrey Gemignani

Il modellino della sonda Juno della NASA. Crediti: NASA/Aubrey Gemignani

Buon Independence Day a tutti gli statunitensi. E buon Juno Day, è il caso di dirlo visto che fra poche ore la sonda della NASA (lanciata il 5 agosto 2011) effettuerà la sua inserzione nell’orbita polare di Giove. Ed è già record, perché si tratta della sonda alimentata a energia solare che si è spinta più lontano dalla nostra stella madre, la prima sonda che orbiterà attorno ai poli di Giove e la prima che ne studierà il nucleo interno. La missione JUpiterNear-polarOrbiter dovrebbe terminare fra 20 mesi, quando la sonda avrà completato 37 orbite attorno al quinto pianeta del Sistema solare. Intanto l’arrivo è programmato questa sera alle 20:18, ora del Pacifico (le 5:18 di domani mattina ora italiana).

La manovra di inserzione orbitale prevede l’accensione dei motori per 35 minuti, che rallenterà il veicolo spaziale di circa 542 metri al secondo in modo che la sonda possa essere letteralmente catturata nell’orbita del pianeta gigante. Dalle 4:30 ora italiana del 5 luglio è prevista anche una diretta video da seguire su NASA TV. Media INAF ha invece in programma un hangout in diretta per parlare della missione Juno a partire dalle 16:00 di oggi, durante il quale interverranno i ricercatori Francesca Altieri e Diego Turrini dell’INAF insieme a Enrico Flamini, Chief Scientist dell’Agenzia Spaziale Italiana.

La missione della NASA ha l’obiettivo di raccogliere dati sul nucleo planetario (cercando di capire se si tratti di un core solido), mappare il campo magnetico, studiare da vicino il fenomeno affascinante delle aurore gioviane e misurare la quantità di acqua e ammoniaca nell’atmosfera.

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Realizzazione grafica di Davide Coero Borga – Media INAF

L’Italia partecipa alla missione con due strumenti: JIRAM e KaT. Il primo è il Jovian InfraRed Auroral Mapper, uno spettrometro ad immagine (finanziato dall’ASI, realizzato da Finmeccanica e operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS) dell’INAF di Roma) che nell’infrarosso svolgerà indagini negli strati superiori dell’atmosfera gioviana andando a caccia di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina; ma soprattutto fornirà immagini delle spettacolari aurore infinite che “decorano” i poli di Giove. L’altro strumento italiano è il Ka-Band Translator, uno strumento di radioscienza realizzato dall’Università La Sapienza di Roma e da Thales Alenia Space Italia sempre con il supporto di ASI. In realtà di italiano c’è anche il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker, realizzato da Leonardo-Finmeccanica e che sarà necessario alla sonda per mantenere la rotta nell’orbita del pianeta gigante.

Rimanete con noi nelle prossime ore per conoscere ulteriori dettagli della missione e del suo stato.

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