IL NUOVO LIBRO DI LEE SMOLIN

Alla ricerca del tempo perduto

Hanno ucciso il tempo. Viva il tempo. Lee Smolin, uno dei massimi esperti mondiali nel campo della relatività e della meccanica quantistica, torna in libreria con una strenua difesa del concetto di tempo: nulla di ciò che sappiamo e di cui facciamo esperienza si avvicina al cuore della natura più della realtà del tempo

     09/02/2015
Lee Smolin, 'La rinascita del tempo. Dalla crisi della fisica al futuro dell'universo', Einaudi 2014.

Lee Smolin, ‘La rinascita del tempo. Dalla crisi della fisica al futuro dell’universo’, Einaudi 2014.

Che cos’è il tempo? Questa domanda almeno nella sua formulazione semplice e diretta nasconde forse il problema più importante che oggi la scienza deve fronteggiare nell’esplorazione dei fondamenti dell’Universo. Dal Big Bang al futuro più remoto, dagli enigmi della fisica quantistica all’unificazione delle forze e delle particelle, tutti i crucci di fisici e filosofi si riducono essenzialmente al problema che riguarda la natura del tempo.

Per Lee Smolin – in libreria per i tipi di Einaudi con La rinascita del tempo. Dalla crisi della fisica al futuro dell’universo (pp. 330, € 32,00), nella gradevole traduzione di Simonetta Frediani – la soluzione è una sola: dobbiamo rassegnarci al fatto che il tempo esiste. Anzi, la realtà del tempo è quasi sicuramente la chiave del prossimo grande progresso della fisica teorica.

Di mestiere per l’appunto fisico teorico, Lee Smolin ha contribuito in maniera fondamentale alla ricerca di un’unificazione della fisica. Membro fondatore del Perimeter Institute for Theoretical Physics, docente del dipartimento di Filosofia all’Università di Toronto, Smolin ha collaborato per anni con l’italiano Carlo Rovelli, di cui abbiamo recensito un bel volume, qui su MediaINAF.

Poche idee come il concetto di tempo danno forma alle riflessioni più disparate, con implicazioni enormi per la fisica e al di là della fisica: dal cambiamento climatico alla crisi economica. Smolin accompagna il lettore in un ragionamento lineare e nudo, fin dal principio. La sua prosa è chiara e vivace.

Il tempo è forse la componente più pervasiva delle nostre esperienze quotidiane. Tutto ciò che proviamo, facciamo e pensiamo ci ricorda che non possiamo fare finta che il tempo non esista. La nostra stessa percezione del mondo è un flusso di momenti che si incastrano fra il prima, il poi e l’adesso della nostra vita. E tuttavia fisici, scienziati e filosofi, sembrano convinti da un po’ di tempo (rieccoci) che il tempo sia la madre di tutte le illusioni.

Smolin, colloquiando con amici non scienziati durante la stesura del libro, ha avuto spesso la conferma di quanto sia diffusa l’idea che il trascorrere del tempo sia una percezione soggettiva e nettamente separata dal novero di tutte quelle cose “importanti” che com’è “ovvio”– e il riferimento è ai concetti di verità, giustizia, divino, leggi scientifiche – stanno al di fuori del tempo.

L’idea che il tempo non esista è anzitutto una convinzione di filosofi e religiosi. C’è bisogno di credere a un modo perfetto, senza tempo, al di là del tempo e delle brutture che ci riserva la quotidianità. E che sia il mondo delle idee di Platone o il paradiso della fede poco importa. Anche Einstein, se si guarda all’architettura della sua teoria della relatività, non sembra pensarla poi molto diversamente. E lo stesso Smolin, ammette candidamente, ha intrapreso la carriera di fisico per rifuggire almeno in parte l’inospitalità e le imperfezioni di questo vecchio pazzo mondo in cui ci tocca passare le giornate, nell’attesa di comprendere finalmente la realtà delle verità pure, atemporali.

«Più in là negli anni», prosegue Smolin, «scoprii che la condizione umana è piuttosto gradevole e la necessità di una fuga trascendente venne meno».  Ed è qui che arriva la tesi che funge da spina dorsale alle pagine scritte dal grande fisico statunitense: il tempo è reale, esiste eccome, e non solo, «nulla di ciò che sappiamo e di cui facciamo esperienza si avvicina al cuore della natura più della realtà del tempo».

Le ragioni di questa radicalizzazione del pensiero sono ovviamente legate a filo doppio con la scienza e, in particolare, con i recenti sviluppi di fisica e cosmologia. Tanto che, secondo Smolin, per poter comprendere la nuova immagine dell’Universo che le osservazioni e i dati raccolti dai cosmologi stanno componendo diventa necessario credere nell’esistenza del tempo. Smolin chiama questo cambio di prospettiva ‘rinascita del tempo’, che non a caso è anche il titolo del saggio.

Se siete fra i tanti che oggi credono che il tempo sia un’illusione, ecco alcune buone argomentazioni per mettere in dubbio le vostre convinzioni.