OLTRE PLUTONE, NELLA FASCIA DI KUIPER

Un corpo nuovo per New Horizons

Individuati da Hubble tre oggetti della Fascia di Kuiper raggiungibili con l’autonomia residua della sonda spaziale New Horizons dopo avere visitato Plutone. Se tutto va bene, uno diventerà l’obiettivo per l’estensione della missione

     16/10/2014
Illustrazione di un KBO, un oggetto della Fascia di Kuiper, ai bordi del Sistema Solare. Crediti: NASA, ESA, and G. Bacon (STScI)

Illustrazione di un KBO, un oggetto della Fascia di Kuiper, ai bordi del Sistema Solare. Crediti: NASA, ESA, and G. Bacon (STScI)

Non è neppure giunto a destinazione, ma gli hanno già trovato un’altra commissione da sbrigare. Sbirciando nelle propaggini del Sistema Solare, il Telescopio Spaziale Hubble ha scoperto tre oggetti della Fascia di Kuiper (in breve KBO, Kuiper Belt Object) che la sonda spaziale New Horizons potrebbe potenzialmente visitare dopo avere esplorato Plutone, dove giungerà nel luglio 2015. La Fascia di Kuiper è un vasto anello di detriti primordiali che circonda il nostro Sistema solare. I KBO appartengono a una classe unica di oggetti del sistema solare, mai visitati da sonde spaziali e considerati come scrigni ancestrali contenenti preziosi indizi sull’origine del nostro sistema planetario.

A differenza degli asteroidi “classici”, i KBO non sono stati mai stati riscaldati dal Sole. Per questo motivo gli scienziati pensano che rappresentino un campione incontaminato – se si vuole, un’istantanea congelata – di come era fatto il sistema solare esterno subito dopo la sua nascita, 4,6 miliardi anni fa. I KBO scovati da Hubble sono circa 10 volte più grandi di una tipica cometa, ma solo l’1-2 per cento delle dimensioni di Plutone. Dall’aggregazione di KBO simili a questi, secondo gli scienziati, prendono origine i pianeti nani, come Plutone o come Haumea, Makemake ed Eris, scoperti nell’ultimo decennio.

Il team di New Horizons ha iniziato a cercare KBO idonei nel 2011 con alcuni dei più grandi telescopi terrestri, trovandone sì diverse dozzine, ma nessuno raggiungibile con la riserva di carburante disponibile a bordo della sonda spaziale. “Avevamo seriamente iniziato a preoccuparci di non trovare niente di adatto. Fortunatamente, alla fine il telescopio spaziale è venuto in nostro aiuto”, ha detto John Spencer del Southwest Research Institute in Colorado, membro del team scientifico di New Horizons. “Abbiamo tirato un enorme sospiro di sollievo quando abbiamo trovato KBO adeguati nelle immagini di Hubble. Siamo al settimo cielo per questa scoperta”.

Per la squadra di New Horizons è stato come cercare un ago nel pagliaio, perché i KBO sono estremamente piccoli, deboli e difficili da distinguere sul tappeto particolarmente folto di stelle nella costellazione del Sagittario che fa attualmente da sfondo a Plutone. I tre KBO individuati sono ciascuna a oltre un miliardo e mezzo di chilometri oltre Plutone; due sono stimati essere grandi attorno alla cinquantina di chilometri, mentre il terzo si dovrebbe assestare sui 25 chilometri. Il team ha identificato un KBO che è “assolutamente raggiungibile”, mentre il giudizio sugli altri due KBO “potenzialmente accessibili” è ancora sospeso perché richiedono un tracking di diversi mesi per sapere se si trovano su un’orbita compatibile con l’autonomia residua di New Horizons dopo la sua missione principale, il tour del sistema plutoniano.

Ecco il KBO “assolutamente raggiungibile”, grande qualche decina di chilometri e denominato 1110113Y o “PT1”, individuato grazie ad esposizioni multiple effettuate dal Telescopio Spaziale Hubble, che permettono di distinguerlo dall’affollato campo di stelle retrostante. Crediti: NASA, ESA, SwRI, JHU/APL, New Horizons KBO Search Team

Ecco il KBO “assolutamente raggiungibile”, grande qualche decina di chilometri e denominato 1110113Y o “PT1”, individuato grazie ad esposizioni multiple effettuate dal Telescopio Spaziale Hubble, che permettono di distinguerlo dall’affollato campo di stelle retrostante. Crediti: NASA, ESA, SwRI, JHU/APL, New Horizons KBO Search Team

La sonda New Horizons, lanciata nel 2006 dalla Florida, è la prima missione del programma NASA New Frontiers. Una volta che una missione della NASA completa la sua missione principale, l’agenzia conduce un’approfondita revisione tecnica e scientifica per determinare se può essere garantita l’estensione delle operazioni. Il team di New Horizons prevede di presentare una proposta alla NASA a fine 2016 per estendere la missione e volare fino a uno dei KBO di nuova identificazione. Se tale proposta verrà accettata, la sonda New Horizons raggiungerà nel suo punto più lontano la distanza di oltre 6 miliardi e mezzo di chilometri dal Sole, circa tre o quattro anni dopo l’incontro con Plutone del luglio 2015. Non resta che attendere, fiduciosi, il primo incontro ravvicinato con i misteriosi “oggetti” della Fascia di Kuiper.