BUONE NOTIZIE PER LE OSSERVAZIONI DA TERRA

La nuova era dell’ottica adattiva

Cinque stelle guida hanno portato la tecnica dell'ottica adattiva verso campi di vista e risoluzioni da record. Le immagini dell'ammmasso NGC 288, ottenute al Gemini South Telescope, parlano da sole.

     09/01/2012

Per l’ ottica adattiva si apre un nuovo capitolo. Meno di un mese fa, dopo un decennio di intensi lavori, sono infatti iniziate al Gemini South Telescope in Cile le prime osservazioni ufficiali con un nuovo sistema, denominato Gemini Multi-conjugate adaptive optics System (GeMS), capace di ampliare notevolmente risoluzione e campo di vista delle immagini ottenute con questa tecnica. I primi test erano cominciati all’inizio dell’anno scorso, e ora ecco arrivare i risultati sperati, come si vede dall’immagine a lato, nella quale l’ammasso globulare NGC 288 rivela dettagli prima non visibili da terra.

L’ottica adattiva è una tecnica sviluppata per aggirare i limiti di osservazione dovuti alla presenza dell’atmosfera, che da una parte filtra la luce proveniente dalle stelle in base alle diverse lunghezze d’onda, e dall’altra ci fa apparire le stelle tremolanti a causa delle perturbazioni negli strati atmosferici. Per colpa di quest’ultimo effetto, chiamato seeing, le stelle viste al telescopio non appaiono come puntini ma come piccole macchie diffuse. Poiché non è sempre possibile mandare i telescopi in orbita sopra l’atmosfera, non fosse altro che per i costi, ecco arrivare in aiuto l’ottica adattiva. Si basa sull’utilizzo di uno specchio costituito da tanti specchi deformabili all’istante in modo da correggere tutte le distorsioni introdotte dal seeing, momento per momento. Per misurare in tempo reale l’entità di queste distorsioni, nella zona di cielo sotto osservazione si proietta un raggio laser che crea la cosiddetta stella guida, ovvero un punto luminoso nell’alta atmosfera. Misurando le distorsioni luminose subite dalla stella guida è possibile avere sempre una stima del seeing e di conseguenza delle variazioni da apportare agli specchi deformabili per correggere il disturbo.

Purtroppo uno dei limiti di questo metodo è che le correzioni si possono apportare solo alla ristretta zona di cielo vicina alla stella guida. La nuova tecnica è però riuscita a superare l’ostacolo. Dopo dieci anni di lavori necessari a sviluppare apparecchiature all’altezza del difficile compito, lo scorso dicembre il telescopio del Gemini South ha potuto sperimentare in via ufficiale l’utilizzo simultaneo di ben 5 stelle guida, con il risultato di estendere l’area di osservazione utile di circa 10 volte rispetto al passato. Inoltre è aumentato il livello di nitidezza delle immagini, raggiungendo, per la lunghezza d’onda alla quale sono state compiute le osservazioni, una risoluzione angolare di appena 0.05 secondi d’arco: molto vicina al valore limite sotto il quale non è più possibile andare per le leggi della fisica.

Nel corso di quest’anno gli astronomi potranno iniziare a sfruttare il telescopio, aprendo ufficialmente la nuova era dell’ottica adattiva e un nuovo capitolo nella storia dell’osservazione del cielo da Terra.