L’INGRESSO IN ORBITA È PREVISTO PER IL NOVEMBRE 2026

BepiColombo a un anno da Mercurio

A dodici mesi dall’arrivo attorno Mercurio, la missione BepiColombo dell’Esa ha già raccolto dati preziosi durante i suoi numerosi flyby, studiando campo magnetico, attività solare e ambiente circumplanetario. Se tutto andrà secondo i piani, nel 2027 inizierà finalmente la fase scientifica principale, con i due orbiter pronti a mappare il pianeta come mai prima d’ora

     24/11/2025

È partita nell’ottobre del 2018 la missione BepiColombo dell’Esa/Jaxa verso Mercurio, il più piccolo pianeta del Sistema solare, nonché fra i meno esplorati. Un viaggio dalla traiettoria tutt’altro che lineare, che ha visto la sonda compiere un sorvolo della Terra, due di Venere e ben sei di Mercurio. Durante questo complesso percorso interplanetario, modificato in corsa circa un anno fa in seguito ai problemi emersi nella primavera del 2024 al sistema di propulsione, BepiColombo non si è limitato a “viaggiare”: ha monitorato l’attività solare e studiato come la gravità del Sole influenzi i segnali radio, curvando lo spazio tempo stesso.

La fase scientifica principale della missione deve però ancora cominciare. Solo quanto il Mercury Planetary Orbiter (Mpo) dell’Esa e il Mercury Magnetospheric Orbiter (Mmo, o Mio) della Jaxa entreranno in orbita attorno al pianeta – evento atteso tra un anno, nel novembre 2026 – i due orbiter potranno operare al massimo delle loro capacità. Fino a oggi, infatti, Mpo e Mio sono rimasti impilati sopra il Mercury Transfer Module (Mtm), che funge da motore e supporto per il viaggio, limitando in realtà l’uso di molti strumenti scientifici.

Il viaggio di BepiColombo verso Mercurio. Crediti: Esa

Nonostante questo, scienziati e ingegneri hanno sfruttato al meglio il lungo tragitto della missione, raccogliendo dati preziosi. Di particolare rilievo sono le misurazioni dell’ambiente magnetico di Mercurio ottenute durante ciascun sorvolo ravvicinato. Il campo magnetico del pianeta protegge la superficie dalle particelle del vento solare, ma la sua vicinanza al Sole fa sì che dimensioni e forma della magnetosfera varino sensibilmente con l’attività solare. Capire come si comporta il campo magnetico mercuriano è uno dei principali obiettivi di BepiColombo.

Durante i flyby, la missione ha anche realizzato le prime misurazioni magnetiche a bassa quota sopra l’emisfero sud di Mercurio, costruendo una mappa del suo campo magnetico. Questi dati possono essere confrontati con quelli raccolti durante il sorvolo della Terra nel 2020 e quello di Venere nel 2021.

A ottenere grande attenzione sono state inoltre le telecamere di monitoraggio (M-Cam) montate sul Mtm. Nate come semplici telecamere tecniche, si sono trasformate in vere e proprie “selfie-cam” della missione, catturando centinaia di immagini: dalla Terra in rotazione al luminosissimo Venere, fino ai dettagli della superficie di Mercurio – crateri, vulcani e vaste pianure.

Immagini del flyby di BepiColombo attorno alla terra. Crediti: Esa/BepiColombo/Mtm

Ma cosa ci aspetta dopo l’arrivo su Mercurio?

Una volta in orbita, e soprattutto dopo la separazione dei moduli, BepiColombo diventerà la prima missione a studiare Mercurio con due sonde contemporaneamente: Mpo su un’orbita bassa e circolare e Mio su un’orbita ellittica più ampia. Sarà allora che la strumentazione potrà operare a pieno regime. Mpo mapperà la superficie di Mercurio con tre strumenti: lo spettrometro a raggi X Mixs, la camera stereo e lo spettrometro nel visibile e vicino infrarosso Simbio-Sys e lo spettrometro infrarosso Mertis. Sorvolando i poli, Mpo potrà osservare i crateri che sono permanentemente in ombra, possibili serbatoio di ghiaccio d’acqua L’altimetro laser Bela misurerà con precisione millimetrica la topografia e la forma del pianeta, permettendo di ricostruire l’evoluzione geologica del pianeta. Mio, da parte sua, potrà finalmente utilizzare strumenti finora inaccessibili, come l’imager al sodio Msasi e il rivelatore di polveri Mdm, fornendo misurazioni ancora più sensibili quando i due orbiter saranno indipendenti.

Se tutto andrà secondo i piani, dovremmo aspettare “solo” un anno per vedere BepiColombo entrare in orbita attorno a Mercurio e dare avvio a una fase scientifica senza precedenti, destinata a riscrivere ciò che sappiamo del pianeta più vicino al Sole.

Guarda il video sul canale YouTube dell’Esa: