LO STUDIO SU NATURE COMMUNICATIONS

Impatti e frane su Marte

Dall'analisi computazionale dei dati di Mars Reconnaissance Orbiter alla conferma nelle immagini di Exomars Tgo: i solchi sui pendii dell'Apollinaris Mons di Marte sarebbero dovuti all'impatto di un meteoroide, i cui crateri risultano visibili nell'immagine. Un evento estremamente raro, secondo un nuovo studio che ha analizzato più di due milioni di solchi scavati dalla polvere fra il 2006 e il 2024

     10/11/2025

24 dicembre 2023. La sonda ExoMars Tgo dell’Agenzia spaziale europea sta transitando su un’area ampia circa sei chilometri quadrati, situata a 7,1°S, 173,4°E. E scatta l’immagine che vedete qui sotto: più di cento solchi scavati sui pendii dell’Apollinaris Mons di Marte, causati dall’impatto di un meteoroide sulla superficie marziana. Una coincidenza piuttosto rara, secondo uno studio uscito la scorsa settimana su Nature Communications, in cui sono state analizzate 2,1 milioni di striature sui pendii, identificate tra il 2006 e il 2024, per associarle con le loro ipotetiche cause secche e (non) stagionali come impatti di meteoroidi, marsquakes e azione del vento.

Immagine del pendio dell’Apollinaris Mons, luogo d’impatto del meteoroide che ha causato la caduta di polvere e la formazione di numerosi solchi. Crediti: Esa/Tgo/Cassis

L’immagine è stata scattata con lo strumento Colour and Stereo Surface Imaging System (Cassis) di ExoMars Tgo e, assieme alle striature sui pendii, ne rivela anche la causa. Più in basso rispetto alle striature nere si nota una regione più scura, in cui si può distinguere il debole gruppo di crateri da impatto. Un evento che, secondo gli scienziati, sarebbe avvenuto tra il 2013 e il 2017. In seguito all’impatto, gli strati di polvere fine che coprivano il pendio sono improvvisamente scivolati a valle.

Secondo il nuovo studio, dicevamo, eventi come questo sono estremamente rari. Appena lo 0,1 per cento delle striature che si formano ogni anno può essere attribuito direttamente a processi non stagionali come gli impatti di meteoroidi e i terremoti. La maggior parte delle nuove formazioni – circa 0,05 per ogni striatura esistente per anno marziano – sarebbe invece causata da cambiamenti stagionali che sollevano polvere e vento. Il picco si raggiungerebbe nell’estate e nell’autunno australe, quando la forza del vento supera sistematicamente la soglia necessaria per l’inizio della saltazione della sabbia e la mobilizzazione della polvere.

«Le dinamiche della polvere, del vento e della sabbia sembrano essere i principali fattori stagionali che determinano la formazione delle striature sui pendii», spiega Valentin Bickel, ricercatore dell’Università di Berna in Svizzera e unico autore dell’articolo. «Gli impatti dei meteoroidi e i terremoti sembrano essere fattori distinti a livello locale, ma relativamente insignificanti a livello globale».

Bickel ha utilizzato algoritmi di deep learning per analizzare più di due milioni di striature sui pendii nelle immagini del Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa, ottenendo così un censimento delle striature che le colloca in cinque hotspot distinti su Marte tra il 2006 e il 2024, sottolineando la natura secca delle striature sui pendii – di fatto confermando ipotesi e risultati precedenti – e il loro ruolo potenzialmente importante nel ciclo della polvere marziana.

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