MONTATI LO SCHERMO E I PANNELLI SOLARI

Plato pronta per i test finali

Con l’installazione del grande schermo solare e dei pannelli fotovoltaici, Plato – la missione europea dedicata alla ricerca di pianeti simili alla Terra – ha finalmente preso la sua forma definitiva. La sonda è ora pronta ad affrontare una serie di test ambientali e funzionali che ne sanciranno la piena operatività in vista del lancio, previsto per dicembre 2026 a bordo di un razzo Ariane 6

     09/10/2025

Vista frontale e posteriore di Plato all’interno di una delle camere bianche del Centro Test dell’Esa. Le foto sono state scattate poco dopo il test di apertura delle due ali del modulo combinato di schermo solare e pannello solare. I pannelli solari avvolgono la parte posteriore della sonda. Una volta in orbita, saranno rivolti verso il Sole, mentre la parte anteriore della sonda, con le sue 26 telecamere, sarà orientata verso lo spazio profondo. In questa foto, le telecamere sono coperte da una coperta per proteggerle ulteriormente dalle particelle di polvere vaganti. Crediti: Esa/Sjm Ph.

Per la sonda Plato (Planetary Transits and Oscillations of stars) dell’Agenzia spaziale europea le operazioni sono entrate nel vivo al Centro Test dell’Esa nei Paesi Bassi, dove è arrivata all’inizio di settembre. In una camera bianca, gli ingegneri hanno condotto una delle manovre più delicate: il montaggio del modulo combinato di schermo e pannelli solari, sospeso con un sistema di sollevamento e allineato in modo molto preciso con la parte posteriore del veicolo.

«Con questa operazione abbiamo completato la costruzione della sonda Plato. Era l’ultimo componente essenziale rimasto», ha dichiarato Thomas Walloschek, project manager di Plato per l’Esa. «È una grande soddisfazione vedere la sonda nella sua forma finale: il risultato di un’eccellente collaborazione tra Esa, il Plato Mission Consortium e il team industriale».

Lo schermo solare e i pannelli fotovoltaici sono elementi chiave della missione. In orbita, i pannelli cattureranno la luce del Sole per fornire energia all’intera piattaforma, mentre lo schermo solare proteggerà gli strumenti scientifici dal calore e dal bagliore diretto, mantenendoli freddi e stabili. La struttura posteriore della sonda, che ospita i pannelli solari, fungerà anche da parasole. Durante il lancio i pannelli resteranno piegati e una volta in orbita si apriranno come due grandi ali, fornendo energia e ombra alla navicella. I test di dispiegamento, effettuati il 16 e il 22 settembre scorso, hanno richiesto un sistema ingegnoso: i pannelli sono stati sospesi da un telaio di supporto per simulare l’assenza di peso e riprodurre quindi le condizioni dello spazio. Dopo l’apertura, gli ingegneri hanno puntato una lampada ad alta intensità sui pannelli per simulare la luce solare e verificare che generassero correttamente energia. Il risultato? Tutto perfettamente in linea con le aspettative.

Le ventisei camere a bordo di Plato – che osserveranno più di 150 mila stelle con straordinaria precisione, alla ricerca di pianeti terrestri in orbita attorno a stelle simili al nostro Sole – dovranno operare a una temperatura di circa -80 °C, per garantire la massima sensibilità nella misurazione delle variazioni di luminosità stellare. Grazie alla schermatura e al posizionamento rivolto verso lo spazio profondo, gli strumenti manterranno costante la temperatura operativa per tutta la durata della missione.

«È un traguardo importante che ci ripaga dello sforzo e dell’impegno di questi anni. Infatti il primo modello ingegneristico della camera è stato finalizzato e testato in piena pandemia, in condizioni logistiche tutt’altro che ottimali. A seguire, in un periodo di tre anni, lo stesso processo si è ripetuto per le ventisei camere di volo ora integrate sul satellite», sottolinea Gianalfredo Nicolini dell’Inaf di Torino, camera manager di Plato. «L’Italia ha svolto un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questi risultati: l’Inaf è responsabile della consegna formale delle camere Plato all’Esa, dopo un complesso processo di integrazione, test e verifica delle prestazioni in condizioni operative termiche e ambientali reali».

Con l’assemblaggio completato, per Plato comincia ora la fase più impegnativa: quella dei test ambientali. La sonda dovrà affrontare prove di vibrazione e acustiche per simulare le sollecitazioni del lancio, seguite da test termici e di vuoto nel Large Space Simulator, la più grande camera criogenica d’Europa. Qui la sonda affronterà per la prima volta condizioni simili a quelle dello spazio, dovendo dimostrare di poter operare nell’ambiente estremo dello spazio: temperature bassissime, vuoto quasi assoluto e cicli di irraggiamento solare. Solo dopo aver superato queste prove potrà ricevere il via libera per la missione.

Con la sua tecnologia di punta e un ampio campo di osservazione, Plato promette di rivoluzionare la ricerca degli esopianeti e di offrirci una nuova prospettiva sulla varietà dei mondi che popolano la nostra galassia. Se tutto andrà secondo i piani, Plato decollerà a dicembre 2026.

Guarda il video sul canale YouTube dell’Esa: