UNO SPETTROGRAFO NELL’ULTRAVIOLETTO A GUIDA INAF

Luce verde per Cubes

Cubes, un futuro strumento per il Very Large Telescope dell'Eso, ha superato con successo la Final Design Review. Con il via libera dell'Eso alla produzione dello strumento, il Vlt è un passo avanti verso l'acquisizione di un nuovo “occhio” dedicato all'ultravioletto. Tra i vari argomenti scientifici di cui si occuperà, Cubes cercherà l'acqua nella fascia degli asteroidi ed esplorerà il fondo cosmico ultravioletto

     07/08/2025

L’European Southern Observatory (Eso) ha approvato la costruzione del Cassegrain U-Band Efficient Spectrograph (Cubes), uno spettrografo in grado di effettuare osservazioni nella banda ultravioletta a 300-400 nanometri, una regione dello spettro mai esplorata prima d’ora dai grandi telescopi con una sensibilità così elevata. L’osservazione nell’ultravioletto da terra è incredibilmente difficile a causa dell’atmosfera terrestre che blocca la maggior parte dei fotoni in questo intervallo di frequenze, mentre i telescopi spaziali sono tipicamente troppo piccoli per poter vedere oggetti lontani e deboli a queste frequenze. Questo rende Cubes uno strumento molto atteso e rivoluzionario.

Rendering che mostra l’aspetto di Cubes, lo strumento che sarà installato su uno dei telescopi del Vlt presso l’Osservatorio Paranal dell’Eso. Crediti: Consorzio Eso/Cubes

Con il via libera alla produzione, il consorzio Cubes – guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica – inizierà presto la costruzione. Si prevede che lo strumento vedrà la prima luce nel corso di questo decennio, quando sarà installato su uno dei telescopi del Vlt.

«La gestione di un consorzio internazionale ha presentato sfide complesse che, con la collaborazione dei membri del team, sono state affrontate e superate con soddisfazione. Ora comincia la fase eccitante in cui dal progetto dettagliato vedremo il nostro strumento prendere forma», commenta a Media Inaf Roberto Cirami dell’Inaf di Trieste, project manager di Cubes.

Con Cubes, gli astronomi potranno esplorare nell’ultravioletto gli oggetti più deboli del Sistema solare, compresi asteroidi e comete, scoprendone la composizione. In particolare, studiando le comete – antichi resti del Sistema solare primordiale – i ricercatori possono comprendere meglio le nostre origini. Per quanto riguarda la Galassia, Cubes aiuterà gli astronomi a determinare l’abbondanza di elementi chiave nelle atmosfere delle stelle con una precisione senza precedenti, mentre nello spazio extragalattico aiuterà a svelare e studiare la materia ordinaria (barionica) che ci si aspetta essere presente nel gas che circonda le galassie. Inoltre, Cubes è ideale per studiare il fondo cosmico ultravioletto, una radiazione diffusa che permea lo spazio tra le galassie e influenza la formazione delle stelle.

«Cubes ci permetterà di osservare il cielo ultravioletto da Terra con un’efficienza mai raggiunta prima, aprendo la possibilità di studi di precisione per una grande varietà di problemi scientifici di rilievo per la fisica stellare, intergalattica, e del mezzo interstellare», conclude Stefano Covino dell’Inaf di Brera, Principal Investigator del progetto. «Sarà lo strumento di riferimento in questa banda spettrale per molti anni a venire».

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