INDIVIDUATI 15MILA KM DI ANTICHI FIUMI

Quando su Marte pioveva

Un nuovo studio presentato al National Astronomy Meeting a Durham rivela che la regione di Noachis Terra, finora poco esplorata, conserva tracce di una rete fluviale molto estesa. Le prove indicano che il Pianeta rosso in passato potrebbe essere stato più umido di quanto si ritenesse in precedenza

     15/07/2025

Un tempo su Marte scorrevano lunghi e persistenti fiumi di acqua, alimentati da precipitazioni piovose. A suggerirlo è un nuovo studio presentato da Adam Losekoot, dottorando alla Open University, al National Astronomy Meeting 2025 della Royal Astronomical Society a Durham, nel Regno Unito. I ricercatori hanno identificato oltre 15mila chilometri di antichi letti fluviali nella regione Noachis Terra, situata nella zona meridionale del Pianeta rosso. Queste strutture, chiamate creste fluviali sinuose o canali invertiti, si sono formate miliardi di anni fa, quando i sedimenti depositati dai fiumi si sono induriti e, con il tempo, sono rimasti in rilievo rispetto al terreno circostante a causa dell’erosione dei materiali circostanti.

Una cresta fluviale sinuosa con numerosi piccoli crateri al suo interno, che spicca chiaramente rispetto al materiale circostante. A nord-est emerge da una piccola valle e diventa progressivamente più evidente verso ovest, fino a scomparire. A nord della cresta si trova una formazione rotonda e piatta, che probabilmente era un cratere da impatto, successivamente riempito d’acqua o di sedimenti. Crediti: Nasa/Jpl/Msss/The Murray Lab

Per realizzare lo studio, il team ha utilizzato dati raccolti da ben tre diversi strumenti orbitali: la Context Camera (Ctx), il Mars Orbiter Laser Altimeter (Mola) e l’High Resolution Imaging Science Experiment (HiRise). L’analisi congiunta di questi dataset ha permesso di mappare la posizione, la lunghezza e la morfologia dei sistemi di creste su un’area molto vasta. In alcuni casi si tratta di creste isolate, mentre in altri di veri e propri sistemi estesi per centinaia di chilometri, con rilievi alti anche decine di metri rispetto al terreno circostante.

La distribuzione e la morfologia delle creste suggeriscono che si siano formate in un arco di tempo geologicamente significativo, in condizioni climatiche stabili e favorevoli alla presenza di acqua liquida in superficie. L’acqua che ha generato questi sistemi fluviali non deriverebbe dallo scioglimento dei ghiacci, ma piuttosto sarebbe il risultato di precipitazioni piovose: un’ulteriore prova che, in passato, l’atmosfera marziana era ben diversa da quella attuale.

Due rami est-ovest di una cresta fluviale sinuosa. Questi conservano un’area in cui un fiume si divideva e poi si riuniva (fuori dall’immagine). Il ramo inferiore è fortemente eroso e piuttosto diffuso, mentre il ramo superiore è più stretto ma meglio conservato. Potrebbero essere stati esposti per tempi diversi, aver subito differenti processi geologici, oppure rappresentare periodi distinti di attività fluviale. Crediti: Immagine Hirise Esp_085519_1585 – Nasa/Jpl/University of Arizona

La Noachis Terra è una regione geologicamente antichissima e rimasta in gran parte intatta per miliardi di anni. Risale all’epoca del Noachiano, un’era marziana che si estende da circa 4,1 a 3,7 miliardi di anni fa. Tuttavia, fino a oggi, è stata studiata meno rispetto ad altre zone del pianeta a causa della scarsità di reti di valli ramificate. Questo nuovo studio, invece, propone un diverso tipo di indizio geologico per ricostruire la storia e il passato climatico di Marte: non le valli ramificate, ma le creste invertite.

Le implicazioni sono significative: i dati suggeriscono che durante la transizione tra il Noachiano e l’Espersiano, circa 3,7 miliardi di anni fa, Marte potrebbe aver ospitato un clima più caldo e umido, abbastanza stabile da mantenere una rete fluviale alimentata dalla pioggia. Un quadro che si discosta nettamente dalle teorie accreditate finora, secondo le quali il Pianeta rosso sarebbe stato prevalentemente freddo e arido, con brevi periodi di riscaldamento causati dallo scioglimento dei ghiacci superficiali.