LO STUDIO È STATO PUBBLICATO SU THE ASTROPHYSICAL JOURNAL

Scoperta una sorgente radio al centro di 47 Tuc

Grazie all'Australia Telescope Compact Array, un team di astronomi è riuscito a ottenere l'immagine radio più profonda e sensibile mai realizzata da un radiotelescopio australiano. L’oggetto osservato è 47 Tucanae, il secondo ammasso globulare più luminoso del cielo notturno, dove al centro sembra esserci una sorgente radio compatta, che gli scienziati ipotizzano essere un buco nero di massa intermedia oppure una pulsar

     22/01/2024

Il team ha identificato una nuova sorgente radio (quadrato bianco) al centro dell’ammasso (cerchio rosso). Crediti: Paduano et al.

L’immagine che vi proponiamo è del secondo ammasso globulare più luminoso del cielo notturno, 47 Tucanae, ed è stata prodotta da un team guidato dalla Curtin University, uno dei nodi della International Centre for Radio Astronomy Research (Icrar) dell’Australia occidentale. La cosa particolarmente interessante dello studio che la riguarda, pubblicato su The Astrophysical Journal, è che gli scienziati hanno rilevato un segnale radio inedito provenire dal centro dell’ammasso.

«Gli ammassi globulari sono sfere giganti di stelle molto vecchie che vediamo intorno alla Via Lattea», spiega Arash Bahramian, astronomo della Curtin University. «Sono incredibilmente densi, con decine di migliaia o milioni di stelle ammassate in una sfera. La nostra immagine è quella di 47 Tucanae, uno degli ammassi globulari più massicci della galassia. Ha più di un milione di stelle e un nucleo molto luminoso e molto denso».

Questo ammasso è visibile anche a occhio nudo ed è stato catalogato (erroneamente come una stella) per la prima volta nel 1751. L’immagine che vedete qui è stata creata grazie a oltre 450 ore di osservazioni all’Australia Telescope Compact Array (Atca) del Csiro. Si tratta dell’immagine radio più profonda e sensibile mai realizzata da un radiotelescopio australiano. Ed è stato proprio l’incredibile livello di dettaglio raggiunto che ha permesso agli astronomi di scoprire un segnale radio incredibilmente debole al centro dell’ammasso, che non era mai stato rilevato prima.

Secondo Alessandro Paduano della Curtin University, il rilevamento del segnale è una scoperta entusiasmante e potrebbe essere attribuito a una delle seguenti due possibilità. «La prima è che 47 Tucanae potrebbe contenere un buco nero con una massa intermedia tra i buchi neri supermassicci che si trovano al centro delle galassie e i buchi neri stellari creati dal collasso delle stelle. Si pensa che i buchi neri di massa intermedia esistano negli ammassi globulari, ma non ne è ancora stato individuato uno. Se questo segnale si rivelasse provenire da un buco nero, sarebbe una scoperta estremamente significativa e la prima rilevazione radio di un buco nero all’interno di un ammasso».

La seconda possibile fonte del segnale è una pulsar, una stella di neutroni rotante che emette onde radio. «Una pulsar così vicina al centro di un ammasso è una scoperta interessante anche dal punto di vista scientifico, perché potrebbe essere usata per cercare un buco nero centrale che non è ancora stato individuato», afferma Paduano.

La scoperta è stata fatta utilizzando l’Australia Telescope Compact Array del Csiro. Crediti: Alex Cherney/Csiro

«Questo progetto ha portato il nostro software ai suoi limiti, sia in termini di gestione che di elaborazione dei dati, ed è stato davvero entusiasmante vedere la ricchezza scientifica che queste tecniche hanno permesso di ottenere», dichiara Tim Galvin, ricercatore del Csiro. «La ricerca di Alessandro rappresenta il culmine di anni di ricerca e di progressi tecnologici, e l’immagine ultra-profonda di 47 Tucanae di Atca è solo l’inizio delle scoperte che devono ancora arrivare».

L’immagine ultrasensibile prodotta è simile a ciò che i ricercatori possono aspettarsi dai radiotelescopi Ska, attualmente in costruzione in Australia e Sudafrica dall’Osservatorio Ska (Skao). Una volta completati, i telescopi Ska saranno i due più grandi array di radiotelescopi al mondo, e aumenteranno notevolmente la nostra comprensione dell’universo, affrontando alcune delle domande scientifiche più fondamentali del nostro tempo.

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