RICOSTRUENDO LA FASE EVOLUTIVA DEI QUASAR

Eros o BluDogs? Così è il colore dei futuri quasar

Come una farfalla deve lacerare il rivestimento della crisalide per poter spiccare il volo, così un quasar deve spazzar via la polvere che lo avvolge per poter risplendere. Osservando con i telescopi Webb e Subaru due tipi di “crisalidi di quasar” – due classi di galassie, una con dominante rossa e l'altra blu, ritenute quasar in transizione – un team di ricercatori giapponesi ha ora scoperto che appartengono alla stessa classe di oggetti, seppure in diverse fasi evolutive

     03/01/2024

Immagine di una galassia “BluDogs” scattata con Hyper Suprime-Cam del Subaru Telescope. Crediti: Naoj/Hsc Collaboration

Non tutte le scoperte si rivelano delle vere e proprie nuove scoperte, ma nuove analisi e confronti possono condurre verso strade inesplorate. È il caso di uno studio, pubblicato il 14 dicembre scorso su The Astrophysical Journal Letters e guidato da Akatoki Noboriguchi della Shinshu University in Giappone, dedicato ai cosiddetti transitionary quasars: galassie sul punto di diventare quasar, dunque oggetti di grande importanza per indagare uno fra i più grandi misteri dell’astronomia moderna, qual è appunto l’origine dei quasar.

I quasar, alimentati da buchi neri supermassicci un miliardo di volte più massicci del Sole, sono tra gli oggetti più luminosi dell’universo, ma nonostante siano al centro di molte ricerche, la loro origine rimane poco chiara. La teoria prevalente è che si formino nel cuore di galassie con nubi di gas e polvere che oscurano il buco nero ancora in crescita fin quando non diventa abbastanza energetico e luminoso da spazzare via le nubi che lo circondano.

Per confermare quest’ipotesi, gli astrofisici cercano di catturare quel breve periodo di transizione in cui un oggetto – ancora in condizione di “pre-quasar” – inizia a spazzare via le nubi e le polveri che lo circondano. Ma quali oggetti tenere sott‘occhio? È qui che entrano in gioco le Eros e le BluDogs: le prime sono “oggetti estremamente rossi” (l’acronimo sta per extremely red objects), vale a dire galassie con un’emissione dominante verso le lunghezze d’onda più “rosse”, mentre le BluDogs – galassie blu oscurate da polvere in eccesso (blue-excess dust-obscured galaxies) – mostrano una dominante “blu”.

Analizzando i dati acquisiti dalle Hawaii con il telescopio giapponese Subaru osservando alcune galassie Eros remote – fra i 12 e i 13 miliardi di anni luce – già studiate dal telescopio spaziale Webb, gli autori dello studio hanno notato che, seppur definiti “rosse”, le Eros di Webb possedevano anche una significativa componente blu, simile a quella delle BluDogs già trovate in precedenza dal telescopio Subaru e descritte in un articolo dello scorso anno. Mettendo a confronto gli spettri delle Eros di Webb e delle BluDogs del Subaru Telescope, in particolare, si è giunti alla conclusione che appartengono probabilmente alla stessa classe di oggetti, anche se con delle differenze. Sembra che le Eros siano in una fase evolutiva precedente rispetto alle BluDog, che invece si troverebbero nella fase in cui il quasar sta già spazzando via le nubi di polvere.

Se è quindi ormai evidente che la formazione dei quasar è iniziata molto presto nella storia dell’universo, per poter chiarire anche i processi alla loro origine gli autori dello studio puntano ora ad aumentare il numero di transitionary quasars osservati e a condurre misure spettroscopiche più dettagliate.

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