RICORDO DI TOMASO BELLONI

Lo scienziato poliedrico e le sue tinte nette

Tomaso Belloni è mancato improvvisamente il 26 agosto scorso. Era uno scienziato di primo piano della comunità astrofisica italiana, assai noto internazionalmente per i suoi lavori sugli oggetti compatti e sulle loro emissioni nella banda dei raggi X e gamma. Si era formato alla scuola del “Capannino di astrofisica” dell’Università di Milano, proseguendo poi la sua attività al Max Planck Institute di Garching e successivamente all’Università di Amsterdam. Rientrato in Italia nel 1999, era dirigente di ricerca all’Osservatorio astronomico di Brera

     01/09/2023

Tomaso Belloni. Crediti: Melania Del Santo

Il lutto talvolta chiama al silenzio, ma Tomaso amava la parola, scritta, letta, parlata, discussa, recitata. Amava ridere e far ridere, mal sopportava i discorsi pomposi e retorici, lui che di discorsi ne intesseva tanti, mai banali. Il nostro breve ricordo intende delineare il suo stile, quello di persona di rara intelligenza, a volte ruvida, di sicuro non convenzionale, piena di passioni e di entusiasmi esplosivi, schiva ed aperta al tempo stesso. Tomaso discuteva di tutto con tutti. Aveva opinioni forti e chiare, ma lo contraddistingueva un’onestà intellettuale che pochi possono vantare: applicava con rigore il suo approccio analitico a tutto ciò che incontrava, e tanto era insistente e sicuro di sé nell’argomentare le sue tesi quanto era pronto a riconoscere i propri errori. E non appena scopriva di aver sostenuto la tesi “sbagliata” cambiava idea, e lo faceva con un sorriso, quasi con gioia.

Era riconosciuto tra i massimi esperti al più alto livello internazionale sui suoi argomenti. L’enorme produzione scientifica di Tomaso ha il suo nucleo nello studio e caratterizzazione della variabilità nei raggi X dei buchi neri di massa stellare in accrescimento da una stella compagna. Le rapidissime oscillazioni quasi-periodiche di flusso, la ricca varietà dei modi di emissione di alcuni questi sistemi, le classi di variabilità identificate nel sistema Grs 1915+105 e la caratteristica variazione a “q” (o ”a testa di tartaruga” come scherzosamente Tomaso amava definirla) della durezza delle spettro energetico in funzione dell’intensità dei buchi neri transienti (successivamente individuata anche in altre classi di stelle compatte in accrescimento) sono tra i più noti risultati indissolubilmente legati al suo lavoro e al suo nome. L’anonimo reviewer di un suo progetto lo ha descritto come una delle “migliori menti” nel campo e “leader nella scoperta e classificazione degli stati spettrali nei buchi neri di sistemi binari a raggi X e loro relazione ai fenomeni di timing nei raggi X e al lancio di jet”. A questi argomenti si aggiungono alcune tecniche di modellizzazione degli spettri di Fourier da lui sviluppate che fanno ormai parte del bagaglio di conoscenze di base di ricercatori e studenti che lavorano nel campo. Tuttavia l’ambito dell’attività scientifica di Tomaso è stato assai più ampio: ha studiato pulsar delle più diverse classi, stelle di neutroni in accrescimento o isolate, magnetars, nane bianche in sistemi binari, oltre alle enigmatiche sorgenti “ultraluminose” di raggi X in galassie vicine. In una serie di lavori ha sviluppato importanti analogie tra le caratteristiche di variabilità di buchi neri e di stelle di neutroni in binarie a raggi X, e posto le basi per comprendere le condizioni che portano all’emissione di plasma a velocità elevatissima da questi sistemi.

Tomaso Belloni. Crediti: Luigi Stella

Tomaso è stato molto coinvolto nelle attività di importanti satelliti X, sia in sviluppo (come Loft ed eXtp), ma anche e soprattutto alcune delle missioni che hanno fatto la storia dell’astronomia X. Tra queste ricordiamo Rosat, per cui aveva lavorato al Max Planck Institute di Garching (Mpe), dai primi anni ’90; Rxte, di cui si è occupato per anni quando si trovava ad Amsterdam all’Anton Pannekoek Institute for Astronomy e poi successivamente, quando si è spostato definitivamente a Merate come ricercatore presso l’Osservatorio astronomico di Brera; Integral, per cui è stato membro dell’Integral Users Group, e per cui ha servito in svariate occasioni come chair del Time Allocation Committee; AstroSat, per il quale aveva scritto e manteneva il software ufficiale per l’analisi temporale, Ghats. Tomaso collaborava con vari istituti indiani, primo tra tutti lo Iucaa, dove risiede il centro operativo di AstroSat, e vi si recava spesso, intessendo collaborazioni, alcune decennali, con innumerevoli colleghi e studenti. Tomaso era anche visiting professor all’Università di Southampton, dove tornava in visita regolarmente, e dove teneva spesso le sue famose lezioni sul timing, che molti di noi hanno avuto il piacere di ascoltare almeno una volta.

Tomaso era infatti un ottimo oratore e divulgatore, amava il palco e lo sapeva tenere: nei suoi talk riusciva persino a rendere interessante la matematica apparentemente arida delle tecniche di Fourier. Così come incuriosiva e affascinava il pubblico di tutte le età raccontando delle stranezze dei buchi neri e della materia oscura, nelle sue lezioni pubbliche così come nei libri divulgativi di cui è autore. Curava in ogni dettaglio le sue presentazioni, che erano tanto belle quanto chiare ed essenziali. Spesso insegnava ai più giovani come prepararle, raccontando con divertito raccapriccio di quella singola slide riempita con oltre cento grafici che aveva visto proiettata a una conferenza, o dell’accozzaglia di colori e caratteri di qualche presentazione a cui aveva assistito.

Due fotografie di Tomaso Belloni. A sinistra: ”Surfing in LA” scattata a Los Angeles (dalla galleria Flickr https://flic.kr/p/MAGkNm; a destra: “Looking ahead”, scattata a Mumbai (dalla galleria Flickr https://flic.kr/p/21adXiY)

Negli ultimi anni Tomaso si è dedicato assiduamente ad attività istituzionali sia dentro Inaf che fuori. Era vice-presidente del consiglio scientifico Inaf, e durante la sua attività si è prodigato per l’ente con l’entusiasmo e la determinazione che lo contraddistinguevano. Era membro del Cospar e chair della commissione E “Research in Astrophysics from Space”. Ha avuto un ruolo chiave nella Scientific Assembly di Atene nel 2022, e più recentemente è stato fondamentale nella sua veste di chair del Scientific Organizing Committee per la proposta e organizzazione iniziale della prossima Assembly, che si terrà a Firenze nel 2026.

Tomaso Belloni. Crediti: Luigi Stella

Decadi di avide letture che hanno spaziato dai romanzi alle poesie, dall’arte a ogni tipo di scienza, alle tecnologie e alle tecniche, dalle scienze umane alla statistica (ma non quella bayesiana, non la poteva soffrire) hanno portato Tomaso ad avere una cultura smisurata, mantenuta grazie a una prodigiosa memoria e condivisa con spontaneità ed ironia. Libri, architettura, fumetti, nuove scoperte, assieme a politica e calcio erano tra gli argomenti che ogni mattina venivano disaminati sistematicamente e rumorosamente argomentati nei corridoi dell’Osservatorio. Per studenti e colleghi che lo frequentavano in ufficio, le discussioni, anche di lavoro, avvenivano con un Tomaso seduto di fronte a una finestra luminosissima, ignaro che in controluce non lo si vedesse in faccia. Rise quando qualcuno glielo fece notare e cambiò definitivamente posizione.

Amava ogni forma d’arte, e ne era appassionato fruitore. Aveva grande sensibilità per la musica, di cui conosceva anche molti aspetti tecnici. Prediligeva gli autori classici, di cui era raffinato conoscitore, ma spaziava su ogni genere: brani sempre diversi risuonavano nel suo ufficio e pervadevano anche i corridoi adiacenti. Era lui stesso un artista: ne sono testimoni le fotografie in cui catturava con inquadrature potenti la nascosta bellezza di luoghi e soggetti inattesi, seguendo giochi di luci, volumi e colori. Nel 2017 una sua serie di scatti su Cefalù era stata esposta nel Comune della città. Ci piace ricordarlo anche come fotografo semi-ufficiale di tanti incontri di lavoro e congressi: molti bellissimi ritratti sono il frutto del suo aggirarsi tra i partecipanti durante pause, cene sociali e svaghi serali con la sua fotocamera in mano. A volte portava anche il treppiedi: era per l’autoscatto, nella foto di gruppo voleva esserci anche lui.

Il tuo posto vuoto a tavola
parla racconta chiacchiera ride forte
…..
(Vivian Lamarque)