L’Italia entra ufficialmente nella gara per ospitare l’Einstein Telescope, il più potente strumento mai costruito per catturare le onde gravitazionali, fino a spingersi quasi al Big Bang che ha dato origine all’universo. La candidatura ufficiale, con il sito di Sos Enattos, in Sardegna, è stata presentata oggi a Roma dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Volevo offrire con la mia presenza l’attenzione, la volontà, la dedizione che il governo italiano intende mettere sulla candidatura dell’Italia a ospitare l’Einstein Telescope, volevo che questa volontà fosse chiara», ha detto la premier. Ospitare in Italia questo strumento senza precedenti è «per la scienza, un enorme balzo in avanti nella nostra capacità di comprendere il cosmo; per la politica è un modo per far tornare la ricerca italiana ed europea centrali», ha aggiunto. «Ce la metteremo assolutamente tutta: è un segnale all’Italia e al ruolo che l’Italia può giocare nel mondo».
Con il governo e il ministero della Ricerca, la candidatura è sostenuta dalla Regione Sardegna e coordinata scientificamente dall’Istituto nazionale di fisica nucleare in collaborazione con enti di ricerca e università di tutta Italia. Certamente l’Italia dovrà affrontare una «concorrenza agguerrita», ha osservato il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, riferendosi alla candidatura dei Paesi Bassi a ospitare lo strumento. Dalla sua, il sito italiano nell’area della ex miniera metallifera di Sos Enattos, nel nord-est della Sardegna, ha il silenzio. Si trova infatti in una zona scarsamente abitata e con un basso rumore sismico, dovuto al fatto che la Sardegna non è connessa alle zone tettoniche più attive e quindi non è interessata da fenomeni di sismicità e di deformazione della crosta terrestre. Il sito olandese si trova invece in un’area più popolata, al confine tra Paesi Bassi, Belgio e Germania. È una gara aperta, sulla quale si deciderà nel 2025, dopodiché il governo italiano dovrà pensare a un investimento per questo progetto dal costo stimato in 1,9 miliardi di euro e la cui realizzazione richiederà nove anni.
«L’investimento per l’Einstein Telescope ci sarà» e l’impegno del governo in questo progetto «è chiaro e palese», ha detto la ministra per l’Università e la Ricerca, Anna Maria Bernini. Da parte dei Paesi Bassi, ha aggiunto, «non c’è un appostamento di bilancio, ma un impegno pari a quello italiano».
Non ha dubbi fin da adesso il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas: «siamo disposti a uno stanziamento importante per creare reti accademiche e di istituzioni di ricerca nazionali e internazionali, con l’aiuto della diplomazia scientifica».
Sono importanti anche le ricadute economiche e in termini di occupazione: «oggi il costo stimato per la costruzione è di 1,7 miliardi e l’impatto complessivo stimato è di 6 miliardi nei 9 anni previsti per la costruzione, con più di 36mila unità di forza lavoro», ha osservato la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone.
L’Einstein Telescope potrebbe diventare, in Europa e nel mondo, quello che il Cern è per la fisica delle particelle, con almeno 1400 persone attive al suo interno, provenienti da 23 Paesi e 221 istituti di ricerca. Quanto alle ricadute economiche, uno studio dell’Università di Sassari stima che ogni euro speso per l’Einstein Telescope genererà 3,2 euro e un incremento del Pil di 1,6 euro. Anche le attese scientifiche sono grandissime perché, come ha detto il Nobel Giorgio Parisi, uno strumento come l’Einstein Telescope permette di «andare molto indietro nel tempo e, potendo esplorare l’epoca vicina al Big Bang, è possibile che ci siano tante sorprese, difficili da prevedere». Sarà un viaggio alla scoperta dei segreti dell’universo, ha osservato il presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, Antonio Zoccoli, e si tratta di un’impresa senza precedenti anche per il presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica, Marco Tavani.
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