È IL PRIMO TELESCOPIO MESSO IN ORBITA DALL’AGENZIA AEROSPAZIALE ISRAELIANA

Con Ultrasat, Israele a caccia di eventi transienti

Si chiama Ultrasat il primo telescopio spaziale che metterà in orbita lo Stato di Israele. Sensibile alla radiazione ultravioletta, i suoi target scientifici sono gli eventi astronomici transienti. Il lancio, previsto per il 2026, sarà gestito dalla Nasa, che partecipa anche al programma scientifico della missione

     23/02/2023

Illustrazione del satellite Ultrasat. Crediti: Weizmann Institute

Se tutto andrà secondo i piani, a partire dal 2026 lo stato di Israele avrà un telescopio in orbita. Il suo nome è Ultraviolet Transient Astronomy Satellite. In breve, Ultrasat. Ha la forma di un mini-satellite e, come suggerisce il nome, osserverà il cosmo nell’ultravioletto, indagando i segreti degli eventi di breve durata nell’universo.

Ultrasat è un osservatorio che opererà nel campo che gli esperti chiamano astronomia nel dominio temporale. Grazie al suo ampio campo visivo (circa 204 gradi quadrati),  il telescopio consentirà infatti di scoprire e catturare rapidamente la luce ultravioletta emessa da fenomeni astrofisici transienti: sorgenti cosmiche che appaiono improvvisamente e che hanno una durata estremamente variabile nel tempo, come esplosioni di supernove e fusioni di stelle di neutroni.

Tutti i dati raccolti dal telescopio saranno trasmessi a terra in tempo reale e gli avvisi distribuiti alla comunità in meno di 15 minuti, in modo da guidare, da Terra e dallo spazio, il monitoraggio congiunto delle sorgenti con strumenti sensibili alle onde gravitazionali e alla luce a lunghezze d’onda diverse, e fare così astronomia multimessaggera.

Sorgenti di onde gravitazionali, supernove, stelle variabili e a brillamento. E ancora: nuclei galattici attivi, eventi di distruzione mareale, oggetti compatti e galassie. Sono solo alcuni degli oggetti e dei fenomeni che il telescopio permetterà di studiare.

Un obiettivo scientifico chiave della missione è la captazione dell’emissione elettromagnetica in seguito al rivelamento delle onde gravitazionali prodotte dalle fusione di stelle di neutroni. Tali segnali saranno la chiave per utilizzare questi eventi per affrontare questioni fisiche fondamentali, come l’origine degli elementi più pesanti e il tasso di espansione dell’universo.

Il telescopio dovrebbe essere lanciato all’inizio del 2026 e opererà in un’orbita geostazionaria attorno alla Terra. La durata prevista della missione è di tre anni, con la possibilità di un’eventuale estensione fino a un massimo di sei anni, limite imposto dalla quantità di carburante disponibile.

La realizzazione del telescopio parte da un progetto congiunto dell’Agenzia spaziale israeliana (Isa) e del Weizmann Institute of Science (Wis). L’idea della costruzione è nata nel 2010, come tentativo degli scienziati dell’Agenzia spaziale israeliana, del Weizmann Institute e del Caltech di costruire uno strumento che fosse piccolo, leggero ed economico, e allo stesso tempo in grado di fornire scienza d’avanguardia. Ultrasat è la risposta a tutti questi requisiti: è grande quanto una lavatrice, pesa circa 100 kg e il suo costo è di circa 100 milioni di dollari, spese di lancio incluse.

Questo video in time-lapse, ottenuto a partire da immagini scattate dal telescopio spaziale Hubble, mostra una supernova chiamata SN 2018gv. Ultrasat osserverà questo tipo di eventi transienti che si verificano nel cosmo. Crediti: Nasa, Esa, A. Riess (Stsci/Jhu), il team Shoes e M. Zamani (Esa/Hubble)

E a proposito di lancio: a fornire il servizio di messa in orbita del telescopio sarà la Nasa. Ad annunciarlo, con un comunicato diffuso il 21 febbraio scorso, è stata la stessa agenzia spaziale statunitense che, sulla base di un accordo con l’Agenzia spaziale israeliana, parteciperà inoltre al programma scientifico della missione. L’Agenzia spaziale israeliana consegnerà l’osservatorio completato al Kennedy Space Center della Nasa, in Florida – il sito dal quale avverrà il lancio.

«La scienza pionieristica richiede una tecnologia all’avanguardia», dice Uri Oron, direttore dell’Agenzia spaziale israeliana. «Le caratteristiche di Ultrasat – come l’ampio campo visivo, l’elevata sensibilità alla radiazione ultravioletta e il controllo e il trasferimento dei dati in tempo reale – sono in prima linea nell’ambito degli sviluppi tecnologici. L’Agenzia spaziale israeliana è felice della collaborazione con la Nasa: è un esempio diretto della forte partnership tra le agenzie e dello sforzo tecnologico dell’industria spaziale israeliana per lo sviluppo del telescopio».

Come anticipato, la missione scientifica di Ultrasat è guidata congiuntamente dal Weizmann Institute (principal investigator Eli Waxman) e dal Caltech (principal investigator Shri Kulkarni), insieme a partner internazionali. L’aspetto tecnologico della missione è guidato dalla Israel Aerospace Industries (Iai-Mbt), che è responsabile dell’integrazione del telescopio nel veicolo spaziale e del veicolo spaziale nel veicolo di lancio e delle operazioni di missione. Il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) è responsabile per la costruzione del telescopio e della sua fotocamera ottimizzata per catturare la radiazione Uv, per l’appalto dell’opportunità di lancio e per l’archiviazione dei dati, sotto una gestione congiunta Isa-Nasa.

«Ultrasat è un progetto rivoluzionario che pone Israele in prima linea nella ricerca globale», sottolinea Eli Waxman, astrofisico presso il Weizmann Institute of Science e ricercatore capo del progetto Ultrasat. «La Nasa e l’istituto di ricerca Deutsches Elektronen-Synchrotron (Desy) hanno aderito come partner a questo progetto guidato da Israele avendone riconosciuto il significato scientifico, e stanno investendo notevoli risorse nella costruzione e nel lancio del satellite per diventare partecipanti attivi a questa missione con accesso ai suoi prodotti scientifici. È una partnership guidata dalla scienza».