NUOVO SUCCESSO DEL PROGETTO PRISMA DELL’INAF

Recuperata la meteorite di San Valentino

La sera del 14 febbraio 2023 verso le ore 19 tre camere della rete Prisma hanno rilevato un brillante bolide fra Puglia e Basilicata. Dopo calcoli frenetici fatti dal team di Prisma, c'era un'elevata probabilità di ritrovare meteoriti a nord di Matera e sono iniziate subito le ricerche. Ieri il ritrovamento di una meteorite associata all'evento, la seconda mai recuperata in Italia grazie all'analisi della traiettoria. Ecco la storia di questo nuovo ed eccitante ritrovamento tutto italiano

     18/02/2023

Lo strewn field di lavoro di Prisma, determinato dalla triangolazione della traiettoria del bolide di San Valentino. I cerchietti verdi indicano la zona dove è stata trovata la meteorite, in buon accordo con quanto atteso. Crediti: A. Carbognani/D. Barghini/Prisma/Inaf

Il progetto Prisma (Prima rete italiana per la sorveglianza sistematica di meteore e atmosfera), promosso dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e sostenuto da Fondazione Crt, è costituita da una rete di videocamere all-sky, installate in diverse località del territorio italiano, dedicate all’osservazione di meteore molto brillanti – i cosiddetti “bolidi” – con il fine di determinare le orbite eliocentriche dei meteoroidi che li provocano e delimitare le aree per la raccolta di possibili meteoriti associate all’evento.

I lettori più assidui ricorderanno la news del 16 febbraio relativa al bolide di San Valentino, osservato da tre stazioni della rete Prisma alle 19 locali del 14 febbraio 2023. Il bolide, ripreso dalle camere di Castellana Grotte, Tricase e Vasto ha iniziato a brillare a una quota di circa 90 km e ha seguito una traiettoria discendente inclinata di circa 60 gradi rispetto al terreno, muovendosi con una velocità iniziale di 16-17 km/s da Bari verso Matera. Una volta terminata la fase di bolide, il residuo del meteoroide con una massa stimata dell’ordine di 400-500 grammi, ha iniziato la fase di volo buio proseguendo la caduta verso il suolo sballottato dai venti dell’atmosfera. Nella stessa news veniva data notizia dell’inizio delle ricerche al suolo per il recupero delle meteoriti. Infatti, secondo i calcoli eseguiti dal team di Prisma nella giornata del 15 febbraio, lo strewn field associato all’evento di caduta si collocava a nord di Matera dove era molto probabile la presenza di meteoriti di almeno qualche cm di diametro. Subito era scattato l’avviso ai mezzi di comunicazione e alla popolazione locale ed ecco che lo stesso giorno, sul balcone dell’abitazione dei genitori di Gianfranco e Pino Losignore, fra Contrada Rondinelle e Contrada Serra Paducci (periferia nord di Matera), alcuni sassi hanno attirato l’attenzione dei due fratelli. Anche perché gli anziani genitori avevano udito un forte botto proveniente dall’esterno, la sera precedente. Secondo i calcoli di Prisma, la meteorite della massa approssimata di oltre 70 grammi, è caduta verticalmente al suolo con una velocità di circa 300 km/h e in effetti nell’impatto ha scheggiato una piastrella del balcone che corre lungo il perimetro dell’abitazione e si è frammentata in qualche decina di pezzi.

Alcuni dei frammenti della meteorite recuperata a Matera. Si nota la crosta di fusione scura causata dalle alte temperature raggiunte durante la caduta in atmosfera. Crediti: Prisma/Inaf

I frammenti della meteorite sono stati consegnati stamani, sabato 18 febbraio, nelle mani di Carmelo Falco, rappresentante del Project Office della rete Prisma, subito accorso per coordinare le ricerche, che continueranno per recuperare altri eventuali frammenti sopravvissuti alla caduta. Nel frattempo, il materiale già recuperato verrà sottoposto ad analisi particolareggiate per determinare composizione chimica, mineralogia e caratteristiche petrografiche utili alla classificazione della meteorite appena ritrovata.

Le meteoriti, infatti, hanno attraversato quasi inalterate i circa 4,5 miliardi di anni dalla formazione del nostro Sistema Solare e ritrovarne una appena caduta come quella rinvenuta a Matera aiuta moltissimo gli scienziati a ricostruire le tappe che hanno portato alla formazione dei pianeti, Terra compresa. Per la rete Prisma si tratta del secondo recupero di una meteorite con la traiettoria triangolata durante la fase di bolide: il 4 gennaio 2020 fu infatti recuperata la meteorite Cavezzo, residuo del meteoroide che generò il bolide osservato da 8 camere di Prisma il 1 gennaio 2020, in piena Pianura Padana. Questo è il secondo ritrovamento in pochi anni di meteoriti “fresche” ed è una spettacolare conferma dell’efficacia della rete Prisma nel reperire materiale così prezioso per la scienza: un vero e proprio occhio per la sorveglianza del cielo. Chi fosse interessato a collaborare volontariamente alla continuazione delle ricerche può mettersi in contatto con Carmelo Falco al 391 7959891.