GLI INSIDIOSI ASTEROIDI RESI INVISIBILI DALLA LUCE ACCECANTE DEL SOLE

Chelyabinsk dieci anni dopo

Il 15 febbraio 2013, poco dopo l’alba di una soleggiata giornata invernale, un asteroide di circa 20 metri e 13mila tonnellate entrò nell’atmosfera sopra i Monti Urali, in Russia, a una velocità di oltre 18 km/s. È il più grande asteroide che abbia colpito la Terra in oltre un secolo. Nessuno l’aveva visto avvicinarsi. Cosa è cambiato da allora, in termini di difesa planetaria?

     15/02/2023

Simulazione 3D dell’esplosione della meteora di Chelyabinsk di Mark Boslough, renderizzata da Brad Carvey utilizzando il codice Cth sul supercomputer Red Sky dei Sandia National Laboratories. il Il wireframe della coda è di Andrea Carvey. Crediti: Sandia Labs (CC BY-NC-ND 2.0)

La meteora di Chelyabinsk del 15 febbraio 2013, il più grande asteroide che abbia colpito la Terra in oltre un secolo, nessuno l’aveva vista avvicinarsi.

Poco dopo l’alba di una soleggiata giornata invernale, un asteroide di circa 20 metri e 13mila tonnellate entrò nell’atmosfera sopra i Monti Urali, in Russia, a una velocità di oltre 18 km/s. La roccia, relativamente piccola, esplose in atmosfera a un’altitudine di 30 km, liberando un’energia di circa mezzo megaton (equivalente a 35 bombe di Hiroshima). Due minuti dopo, l’onda d’urto raggiunse il suolo danneggiando migliaia di edifici, mandando le finestre in frantumi e ferendo circa 1500 persone, investite dalle schegge di vetro.

Nascosti dal bagliore del Sole, ci sono asteroidi in quantità imprecisata, là fuori, lungo percorsi che non conosciamo. Molti di loro potrebbero essere diretti verso la Terra, e noi non lo sappiamo.

«Asteroidi grandi quanto la meteora di Chelyabinsk colpiscono la Terra all’incirca ogni 50-100 anni», spiega Richard Moissl, responsabile dell’Esa per la difesa planetaria. «Le lesioni causate da esplosioni o eventi simili potrebbero essere evitate se la popolazione fosse informata dell’impatto imminente e dei suoi effetti previsti. Con la possibilità di un preavviso, le autorità locali potrebbero consigliare alla popolazione di tenersi ben lontana da finestre e vetri».

«La futura missione NeoMir dell’Esa», aggiunge Moissl, «rileverà asteroidi come Chelyabinsk provenienti dalla stessa regione del cielo in cui si trova il Sole, colmando così una lacuna fondamentale nelle nostre attuali capacità di prevedere – e prepararsi ad affrontare – impatti pericolosi».

C’è ovviamente anche il rischio che a colpire la Terra dal lato del giorno sia un asteroide ancora più grande. Questo scenario è però meno probabile, perché più un asteroide è grande e meno ce ne sono, nel Sistema solare, e più sono facili da individuare. E, in effetti, quasi tutti gli asteroidi più grandi di 1 km sono già stati scoperti. Ma come ci insegnerebbero i dinosauri, se solo potessero, quando a colpire è un asteroide enorme, i danni che provoca sono inimmaginabili. Fortunatamente, come ha dimostrato l’impatto della sonda Dart della Nasa e come farà la missione Hera dell’Esa, siamo in grado di deviare un asteroide di questo tipo.

Quindi, come possiamo assicurarci di essere preparati? NeoMir orbiterà nel punto di Lagrange L1, tra la Terra e il Sole. Indisturbato dall’atmosfera terrestre, il suo telescopio a infrarossi sarà in grado di individuare gli asteroidi di 20 metri o più grandi attualmente in agguato nascosti dalla luce del Sole.

Con un preavviso sufficiente, l’impatto di un asteroide è l’unico disastro naturale che possiamo prevenire.

Fonte: sito web Esa

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