IL RICORDO DEI COLLEGHI

Dario Lorenzetti ci ha lasciato

Molto conosciuto e apprezzato da chi nell’Inaf si occupa di osservare la formazione stellare e di progetti tecnologici, ha fondato il gruppo tecnologico dell’Osservatorio di Roma, oggi in prima linea nella costruzione di strumenti ottici e infrarossi per telescopi da terra 

Dario Lorenzetti

Domenica mattina è venuto prematuramente a mancare, all’età di 70 anni, Dario Lorenzetti, ex-dirigente di ricerca dell’Osservatorio astronomico di Roma. Molto conosciuto e apprezzato da chi nell’Inaf si occupa di osservare la formazione stellare e di progetti tecnologici, ha fondato il gruppo tecnologico dell’Osservatorio di Roma, oggi in prima linea nella costruzione di strumenti ottico/IR per telescopi da terra. 

A noi che conoscevamo e abbiamo lavorato con Dario per più di 30 anni, piace ricordarlo anche per la sua ironia, la battuta pungente sempre pronta, e allo stesso tempo per la sua umanità, la sua disponibilità ad ascoltare e fornire consigli disinteressati a chiunque gli chiedesse un parere, sia come scienziato che come amico. Per tutti noi è stato un punto di riferimento stabile sempre presente. Professionalmente aveva un grande intuito, e una capacità di analisi fuori dal comune, che gli permettevano di affrontare e semplificare problemi e situazioni che a noi apparivano complessi.

Laureato in fisica a La Sapienza con una tesi di spettroscopia infrarossa (IR), Dario entrò presto come staff al Cnr, nel gruppo infrarosso dell’Ifsi, ora Iaps-Inaf, dove per diversi anni ha lavorato allo sviluppo di strumentazione IR per i telescopi del Tirgo e di Asiago, e partecipato al progetto per lo spettrometro Lws sul satellite Iso. Dal 1996 è poi passato all’Osservatorio astronomico di Roma, dove ha fondato il gruppo tecnologico di astronomia IR, che ha coordinato per quasi 20 anni, realizzando strumentazione infrarossa per telescopi da terra (SwirCam, Remir), contribuito alla realizzazione di smart optics per il Tng, e negli ultimi anni partecipando a progetti per strumentazione sui grandi telescopi Lbt e Vlt. In questo percorso ha formato con dedizione generazioni di ricercatori che continuano ora a mantenere il gruppo tecnologico dell’Osservatorio astronomico di Roma un’eccellenza tecnologica per l’Inaf. 

Dario non è stato solo un grande tecnologo, con indubbie doti di coordinamento di grandi progetti e capace di “sporcarsi le mani” in prima persona, ma ha anche dato contributi scientifici importanti nell’ambito delle osservazioni di stelle giovani in formazione. Ricordiamo i suoi iniziali studi sulle stelle AeBe di Herbig, ed in particolare l’analisi dei primi dati spettroscopici del satellite Iso, che hanno chiarito vari aspetti sulla natura dei loro ambienti circumstellari. Più recentemente, si era dedicato allo studio di stelle variabili giovani del tipo Exor, un progetto osservativo di monitoraggio sia fotometrico che spettroscopico iniziato per rilanciare il telescopio nazionale di Campo Imperatore dell’Osservatorio astronomico di Roma, poi proseguito con altri telescopi nazionali e internazionali e tuttora portato avanti dai suoi collaboratori. 

Dario metteva sempre le sue conoscenze e capacità al servizio dei ricercatori e ricercatrici più giovani, per favorire la loro carriera prima ancora che per raggiungere propri successi personali. E tutti quelli che lo hanno conosciuto conservano il ricordo di una persona schietta e generosa, che metteva grande passione nelle discussioni in cui cercava di convincerti del suo disinteressato punto di vista. Chi ha avuto l’opportunità di frequentarlo anche al di fuori dell’ambiente di lavoro, sa bene quanto Dario sapesse coltivare il senso dell’amicizia, con generosità e allegria.

Le numerose testimonianze che sono circolate in queste ore di colleghi e amici testimoniano l’affetto e la stima di cui Dario era circondato. Ci mancheranno le discussioni animate (anche molto!) ma costruttive e la sua porta sempre aperta a tutti.