COORDINERANNO GRUPPI INTERNAZIONALI FORMATI DA UNA DOZZINA DI SCIENZIATI

Ricercatrici dell’Inaf alla guida di due team dell’Issi

Raffaella D’Amicis e Anna Galiano, entrambe astrofisiche all’Inaf Iaps di Roma, sono state selezionate dall’International Space Science Institute svizzero come leader di due team scientifici multidisciplinari che si occuperanno, rispettivamente, dello studio del vento solare lento alfvénico e dei depositi piroclastici formatisi su Mercurio in seguito a vulcanismo di tipo esplosivo

     06/06/2022

Il vento solare e la geologia di Mercurio sono gli ambiti di ricerca dei progetti di cui si occuperanno i due team internazionali selezionati dall’Issi aventi come leader, rispettivamente, Raffaella D’Amicis e Anna Galiano, entrambe ricercatrici all’Inaf Iaps di Roma

Non sempre c’è bisogno di nuovi dati, per fare ricerca astrofisica di punta. Spesso si arriva a risultati importanti anche attraverso il “riciclo” di quelli già raccolti: rianalizzando, cioè, i dati presenti negli archivi con uno sguardo nuovo, magari multidisciplinare. È ciò che da anni sollecita e sostiene concretamente l’International Space Science Institute (Issi), un’organizzazione non-profit con base a Berna che promuove incontri fra scienziati di tutto il mondo – in un ambiente caratterizzato, appunto, dalla forte interdisciplinarietà – per raggiungere nuovi traguardi scientifici nell’ambito, in particolare, della fisica del Sistema solare e delle scienze planetarie, dell’astrofisica, della cosmologia, delle scienze della Terra e dell’astrobiologia.

Fra i 25 progetti scientifici selezionati dall’Issi per il 2022, due hanno come team leader altrettante ricercatrici dell’Istituto nazionale di astrofisica: Raffaella D’Amicis, di Roma, dove lavora nel campo della fisica del mezzo interplanetario (in particolare, sulla turbolenza nel vento solare), e Anna Galiano, nata a Taranto e originaria di Oria, in provincia di Brindisi, ora approdata – dopo una laurea a Lecce e un dottorato a Roma Tor Vergata – nello stesso istituto della collega D’Amicis, l’Inaf Iaps di Roma, dove si occupa dello studio di superfici planetarie e di corpi minori del Sistema solare. Entrambe avranno dunque l’opportunità di organizzare, nel corso dei prossimi 12-18 mesi, una serie di due o tre team meeting nelle sedi dell’Issi di Berna o di Pechino, con ospitalità interamente a carico dello stesso Issi, per condurre ricerche – lavorando con gruppi di scienziati di diversi laboratori, nazionalità ed esperienza – da pubblicare poi su riviste scientifiche. Di quali ricerche si tratti lo raccontano loro stesse a Media Inaf.

Raffaella D’Amicis, alla guida del progetto selezionato dall’Issi “Solar Sources and Evolution of the Alfvénic Slow Wind”, è nata e lavora a Roma, all’Inaf Iaps

«L’ambito di ricerca del mio progetto», spiega Raffaella D’Amicis, che guiderà il suo team insieme a Marco Velli della Nasa, «è la fisica solare ed eliosferica. Il mio team, formato da 12 scienziati europei e statunitensi, ha l’obiettivo di comprendere l’origine e l’evoluzione del vento solare lento alfvénico, che mostra cioè correlazioni tra le fluttuazioni del campo magnetico e quelle della velocità del plasma, solitamente osservate nei flussi di vento solare veloce. Si utilizzeranno dati delle due recenti missioni Parker Solar Probe e Solar Orbiter che, congiuntamente, stanno esplorando la regione più interna e sconosciuta del Sistema solare e da satelliti posti nel punto lagrangiano L1, studiando in particolare il ruolo relativo della rapida espansione del campo magnetico solare e della turbolenza alfvénica nell’accelerazione del vento solare. Benché vento lento alfvénico e veloce abbiano origine da regioni di campo magnetico aperto, il vento lento alfvénico sembra subire una forte espansione super-radiale nella corona, che può avere origine da strette estensioni equatoriali di buchi coronali polari e/o da piccoli buchi coronali isolati a bassa latitudine. Lo studio di questo regime di vento solare può fornire una migliore comprensione dell’origine e accelerazione del vento solare in generale che è ancora un problema aperto nella fisica solare».

Anna Galiano, alla guida del progetto selezionato dall’Issi “Wide-Ranging Characterization of Explosive Volcanism on Mercury: Origin, Properties, and Modifications of Pyroclastic Deposits”, originaria di Oria (BR), è oggi assegnista di ricerca a Roma, all’Inaf Iaps

Il progetto del team di 11 scienziati europei e statunitensi coordinato da Anna Galiano ha invece come obiettivo scientifico Mercurio, e in particolare la caratterizzazione dei depositi piroclastici formatisi sul pianeta in seguito a vulcanismo di tipo esplosivo. «I depositi saranno studiati usando i dati forniti da tre strumenti a bordo della sonda Messenger, che ha visitato e studiato il pianeta Mercurio», ricorda la ricercatrice, «dal 2011 al 2015: la camera Mdis, lo spettrometro Mascs e il laser Mla. Le analisi dei dati di remote sensing saranno supportate da misure in laboratorio e modelli. Con questo approccio multidisciplinare potremo indagare alcune proprietà dei depositi piroclastici, come la composizione e la dimensione dei piroclasti, la loro evoluzione e la natura dei gas responsabili delle eruzioni. Tale indagine è uno strumento importante per ottenere ulteriori informazioni sulla composizione del magma e sull’evoluzione termica del pianeta più vicino al Sole. Infine, tale studio potrà rivelare potenziali target che potranno essere indagati con strumenti ad alta risoluzione presenti sulla sonda BepiColombo dell’Esa e della Jaxa, che raggiungerà Mercurio alla fine del 2025».