DUE GLI ITALIANI, ENTRAMBI GIÀ ALL’ESTERO COME RICERCATORI POSTDOC

Da Calabria e Puglia allo spazio, passando per l’Esa

L'edizione 2022 della selezione Research Fellowships in Space Science dell’Agenzia spaziale europea vede, fra i nove vincitori, due giovani ricercatori italiani – Chiara Circosta di Gioiosa Ionica e Nicola Pietro Gentile Fusillo di Noci – che condurranno ricerche sull’evoluzione dei nuclei galattici attivi e sulle nane bianche. Come sfrutteranno questa opportunità? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro

     17/05/2022

Chiara Circosta, ricercatrice postdoc allo University College London e vincitrice della Fellowship dell’Esa 2022. Crediti: Esa

L’Agenzia spaziale europea (Esa) ha selezionato nove nuovi giovani ricercatori postdoc per l’edizione 2022 delle sue fellowship per le scienze spaziali. Lo scopo – e l’opportunità unica offerta dall’ente – è quello di consentire a questi scienziati di svolgere ricerche avanzate e indipendenti relative alle aree scientifiche coperte dalle missioni Esa Science presso uno dei suoi tre stabilimenti (Esac, Estec o Stsci), e per un periodo massimo di tre anni.

Fra i vincitori, i cui progetti di ricerca spaziano dai modelli di inflazione dell’universo alle atmosfere esoplanetarie passando per lo studio dei ghiacci su Marte, ci sono anche Chiara Circosta e Nicola Pietro Gentile Fusillo, calabrese lei (di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria) e pugliese lui (di Noci, in provincia di Bari), entrambi già all’estero come ricercatori postdoc. Media Inaf li ha raggiunti per raccogliere i loro commenti a caldo.

«Ho deciso di candidarmi per queste borse dell’Esa perché offrono la possibilità di condurre ricerca indipendente in un contesto scientifico internazionale», commenta Circosta, che attualmente lavora allo University College London. «Mi ha affascinata la possibilità di interagire con scienziati e ingegneri che lavorano nel campo della tecnologia spaziale e di partecipare dall’interno alle missioni Esa fondamentali per la mia ricerca scientifica. Durante la fellowship combinerò osservazioni a diverse lunghezze d’onda per studiare l’interazione tra buchi neri supermassicci in accrescimento e le galassie che li ospitano. Il mio obiettivo principale è capire se e come l’attività di crescita dei buchi neri supermassicci ha influenzato la crescita delle galassie. Lavorando a Esa avrò la possibilità di utilizzare al meglio gli archivi dati delle missioni Herschel e Xmm-Newton, e le immagini ottenute dal telescopio Hubble. Inoltre, contribuirò all’analisi delle osservazioni del James Webb Space Telescope, il telescopio spaziale più potente al mondo lanciato qualche mese fa. Grazie a questa borsa potrò anche dedicarmi a una delle mie grandi passioni, la divulgazione scientifica, e partecipare alle attività svolte da Esa per parlare della mia ricerca a bambine e bambini».

Nicola Pietro Gentile Fusillo, fellow all’Eso di Monaco di Baviera e vincitore dell’Esa fellowship 2022. Crediti: Esa

«Per me la principale attrattiva della fellowship di Esa è la totale indipendenza e libertà nel poter condurre il mio progetto di ricerca», dice Gentile Fusillo. «Inoltre, rispetto agli istituti di ricerca più piccoli e ai gruppi di ricerca universitari che spesso sono specializzati in un unico campo di ricerca, Esa è un istituto che mette in collegamento esperti provenienti da moltissimi campi. Altrove la mia ricerca sulle nane bianche è spesso considerata “di nicchia”, mentre a Esa diventa l’opportunità di lavorare insieme con esperti di evoluzione stellare, esopianeti, e astrofisica del Sistema solare.

Ovviamente la possibilità di lavorare direttamente con gli scienziati coinvolti nello sviluppo dei satelliti le cui osservazioni sono fondamentali per la mia ricerca (per esempio Gaia) rappresenta un’altra opportunità unica della fellowship di Esa. Per quanto riguarda il futuro, questa di Esa è la mia seconda fellowship indipendente (al momento lavoro a Eso), e a conclusione di questa spero di avere l’opportunità di fondare un mio gruppo di ricerca. Purtroppo, le opportunità sono poche e non posso immaginare dove questo potrà accadere. Spero che il mio lavoro a Eso e Esa dimostri che il mio campo non è una nicchia, ma una nuova e promettente linea di ricerca».