IL SISTEMA DOVREBBE ESSERE PIENAMENTE OPERATIVO NEL 2023

Cosmic, tutte le antenne del Vla in ascolto di E.T.

Una collaborazione scientifica tra il Seti Institute e il National Radio Astronomy Observatory statunitense ha realizzato il sistema Cosmic, progettato per acquisire e analizzare in parallelo i dati rilevati dal complesso di radiotelescopi del Very Large Array. Cosmic monitorerà milioni di stelle in cerca di eventuali trasmissioni generate da tecnologie extraterrestri

     06/04/2022

Uno dei ventisette radiotelescopi, di quasi venticinque metri di diametro, che compongono il Very Large Array, cue due ricercatori del Seti. Crediti: Seti Institute

Cosmic (Commensal Open Source Multimode Interferometer) è il nuovo sistema di elaborazione progettato dal Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence) per analizzare i dati del Vla (Very Large Array) – un insieme di radiotelescopi situato in Nuovo Messico (Usa) – e identificare eventuali trasmissioni generate da tecnologie extraterrestri. L’interfaccia ha completato e superato un altro importante test di collaudo e a breve, una volta che il back end digitale sarà online, le osservazioni presso il Vla saranno possibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, arrivando così a monitorare in due anni circa 40 milioni di stelle della Via Lattea. Sia gli amplificatori in fibra ottica che i dispositivi di collegamento sono ora stati installati su tutte le ventisette antenne del Vla, offrendo a Cosmic l’accesso a una copia completa e indipendente dei flussi di dati rilevati dal complesso di radiotelescopi per analizzarli in parallelo.

Prossimo passo sarà sviluppare il codice per Gpu ad alte prestazioni per l’analisi dei dati in grado di identificare la possibile presenza di firme tecnologiche dallo spazio profondo e prodotte da forme di vita intelligente.

«Avere tutti i segnali digitali dal Vla disponibili per il sistema Cosmic è una pietra miliare importante, che implica una stretta collaborazione con il team di ingegneri Nrao Vla per garantire che l’aggiunta dell’hardware Cosmic non influisca negativamente sull’esistente infrastruttura del Vla», dice Jack Hickish, responsabile della strumentazione digitale per Cosmic al Seti Institute. «È fantastico aver superato le sfide di prototipazione, i test, l’approvvigionamento e l’installazione, tutte operazioni condotte durante una pandemia globale e una carenza di semiconduttori, e siamo entusiasti di poter passare al prossimo compito di elaborare i molti terabyte di dati a cui ora abbiamo accesso».

Risultato finale del lavoro. Gli amplificatori e gli splitter in fibra ottica sono ora installati per tutte le ventisette antenne del Vla. Crediti: Seti Institute

Secondo i ricercatori del Seti, molti sono i vantaggi nel condurre la ricerca con il Vla: oltre alle dimensioni importanti del raggruppamento di radiotelescopi, ogni antenna possiede otto ricevitori, raffreddati criogenicamente, che coprono lo spettro radio in modo continuo da 1 a 50 GHz. Alcuni di questi ricevitori possono funzionare anche al di sotto di 1 GHz, fino a raggiungere i 54 MHz, una banda utilizzata sulla Terra per le trasmissioni televisive.

«Sono entusiasta della capacità di Cosmic di condurre la ricerca di firme tecnologiche, la più completa mai vista nell’emisfero settentrionale», dice Cherry Ng, del Seti Institute. «Saremo in grado di monitorare milioni di stelle con una sensibilità sufficientemente alta da rilevare fino a una distanza di ottantuno anni luce un segnale inviato da un’antenna simile a quella del radiotelescopio di Arecibo, coprendo un intervallo di frequenza di osservazione da 230 MHz a 50 GHz, che include molte parti dello spettro ancora non esplorate per rilevare segnali da intelligenze extraterrestri».

Tutto il sistema dovrebbe essere pienamente operativo entro l’inizio del 2023 e condurrà la sua prima grande campagna di osservazione parallelamente alle rilevazioni in corso condotte dai ricercatori del National Radio Astronomy Observatory (Nrao) che utilizzano il Vla per lo studio del cielo.

«Non vediamo l’ora di collaborare con il Seti Institute su questa entusiasmante iniziativa», conclude Tony Beasley, direttore dell’Nrao. «Un grande passo avanti in un lavoro tecnico che renderà possibile questa nuova scienza».