MOLTE LE SFIDE CHE L’ATTENDONO NEI QUATTRO ANNI DEL SUO MANDATO

Un’italiana a capo dell’Esa per osservare la Terra

Simonetta Cheli è diventata la prima donna a conquistare la nomina a capo dei Programmi di osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale europea. Dal primo gennaio 2022 guiderà il centro Esrin di Frascati. Josef Aschbacher (direttore generale Esa): «Nessuno è più preparato ed esperto per garantire relazioni fluide e cooperazione tra le varie agenzie coinvolte nelle attività europee di osservazione della Terra»

     22/10/2021

Simonetta Cheli. Crediti: Esa

L’Europa si prepara a guardare il Pianeta dallo spazio con occhi nuovi: quelli dell’italiana Simonetta Cheli, che dopo 33 anni di attività all’Agenzia spaziale europea (Esa) è diventata la prima donna a conquistare la nomina a capo dei Programmi di osservazione della Terra dell’ente. Dal primo gennaio 2022 guiderà il centro Esrin di Frascati, succedendo così a Josef Aschbacher, diventato direttore generale dell’Esa lo scorso marzo. La decisione è arrivata durante il 300esimo Consiglio dell’Esa a Parigi, ed è stata annunciata insieme ad altre due nuove nomine: quella della francese Geraldine Naja, a capo del direttorato per la Commercializzazione l’industria e il procurement, e quella dello spagnolo Francisco Javier Benedicto Ruiz, a capo della Navigazione.

«Sono molto felice ed emozionata», ha confessato Simonetta Cheli poco dopo l’annuncio. «Avevo preparato la mia candidatura, ma sinceramente non me l’aspettavo, perché queste sono decisioni complesse dei 22 Paesi dell’Esa, che hanno una dimensione tecnica ma anche una dimensione politica».

A lei sono arrivate subito le congratulazioni del presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Giorgio Saccoccia: «complimenti per questa prestigiosa nomina», ha commentato, «un risultato importante per la rappresentanza italiana nelle istituzioni internazionali, che testimonia anche l’eccellente lavoro di squadra che viene svolto dal governo, in sinergia con l’Asi, per la crescita di questo settore, strategico per il nostro Paese».

A stretto giro è arrivato via Twitter anche il plauso del direttore generale dell’Esa, che di Cheli ha scritto: «posso assicurare che nessuno è più preparato ed esperto per garantire relazioni fluide e cooperazione tra le varie agenzie coinvolte nelle attività europee di Osservazione della Terra».

Nata a Siena nel 1963 e figlia del noto costituzionalista Enzo Cheli, Simonetta ha lavorato presso Esa per tre decenni ricoprendo vari ruoli all’interno della direzione dei Programmi di osservazione della Terra, tra cui: capo dell’ufficio Strategia, programma e coordinamento, responsabile dell’ufficio Coordinamento e responsabile dell’ufficio Relazioni pubbliche e istituzionali. Ha studiato diritto ed economia all’Università di Yale prima di laurearsi in scienze politiche con specializzazione in diritto internazionale presso l’Università “Cesare Alfieri” di Firenze. Inoltre ha conseguito un diploma di studi avanzati presso il Centre d’Etudes Diplomatiques et Stratégiques di Parigi. Proprio le sue capacità diplomatiche e di collaborazione internazionale, combinate con la grande preparazione tecnica sui programmi spaziali dell’Esa, sono state le carte vincenti che l’hanno portata alla nomina.

Molte le sfide che l’attendono nei quattro anni del suo mandato, a partire dalla crisi climatica fino alla gestione dell’emergenza legata ai disastri naturali. Per affrontarle, sono diverse le priorità segnate in agenda. Innanzitutto «dovremo presentare alla prossima Ministeriale Esa programmi solidi che possano essere finanziati dai Paesi membri per costruire le prossime generazioni di satelliti; inoltre dovremo consolidare i rapporti con l’Ue per garantire il futuro del programma di osservazione della Terra Copernicus», ha spiegato. «C’è poi la necessità di garantire che nei prossimi anni vengano lanciati tutti e 39 i satelliti che l’Esa ha in via di sviluppo, gestendo correttamente tempi e rischi e contenendo i costi. L’altra sfida è quella di integrare nell’osservazione della Terra le nuove tecnologie digitali (come l’intelligenza artificiale) per garantire agli utenti l’accesso ai grossi volumi di dati disponibili, e infine integrare le attività istituzionali con quelle dei nuovi attori commerciali del New Space».

Essere donna in una posizione apicale dell’Esa, secondo Cheli, significa poter contribuire «offrendo una visione diversa delle cose e un modo più costruttivo e meno conflittuale di affrontare i temi». La sua nomina viene salutata come «un segnale e un risultato importantissimo per le donne e per tutto il Paese» anche dalla ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti.

Elisa Buson/Ansa

Guarda su MediaInaf Tv l‘intervista a Simonetta Cheli realizzata da Stefano Parisini nel 2018: