
Nella prima intervista, pubblicata appunto ieri, Marco Ciardi – professore ordinario di Storia della scienza all’Università di Firenze e direttore scientifico del Museo Galileo di Firenze – esplora la nostra percezione del futuro in base al passato, fin dai primi passi, fra scienza, pseudoscienza, fantasia e fantascienza. «Nelle prossime settimane», anticipa Claudia Mignone a Media Inaf, «incontreremo Maria Frega, scrittrice e sociologa, co-autrice di due libri di saggistica con interviste a scienziati e filosofi su come sarà il mondo tra vent’anni, con cui parleremo anche delle sfide etiche che ci riserva il futuro, e Chiara Meluzzi, ricercatrice di linguistica presso l’Università degli Studi di Milano, che si occupa anche di lingue inventate nella letteratura, con cui ci addentreremo nei meandri della lingua parlata dagli alieni Klingon in Star Trek. Seguiranno esperti ed esperte di astronomia, astrobiologia, letteratura, fantascienza… ma non sveliamo ancora tutti i nomi per lasciare un po’ di suspense».
Ma chi sono le persone che già hanno risposto al questionario online? In prevalenza maschi (quasi due su tre) e di tutte le fasce d’età (circa un quarto gli studenti), solo per il 10 per cento di loro la scienza è una professione: il resto si divide più o meno in parti uguali fra chi considera la scienza una passione e chi un interesse come un altro. Quasi tutti d’accordo, invece, sul fatto che non siamo soli nell’universo, ma con grande varietà d’opinioni sulla natura delle forme di vita extraterrestre – “diverse ma affascinanti” per Nen, “animali intelligenti” per Mauro e “viscide” per AstroMonte80, giusto per citarne tre.
Quanto alla frontiera ultima dell’umanità, secondo ValeStefa27 – che ama Jules Verne e ha saputo dell’iniziativa a scuola – “sarà il nostro profondo universo”. Un’ipotesi che innesca però altre domande non semplici. “Certe volte mi capita di pensare: ma non è possibile che l’universo sia infinito, tutto ha una fine. E cerco di darmi una risposta. Ovviamente concludo quasi sempre con il fatto che, se avesse una delimitazione, dovrebbe comunque esserci qualcosa intorno ad esso. Sono quelle cose che non hanno risposta e più ci pensi e più diventi matto”. Ma va bene così: “La prof ha mandato questo modulo da compilare”, conclude ValeStefa27, “e penso che ogni tanto faccia bene prendersi dei minuti per riflettere su ciò che ci circonda”.
Se anche a voi fosse venuta voglia di prendervi qualche minuto per rispondere al questionario, lo trovate in rete, ed è sempre aperto. Se arriveranno molte nuove risposte, promettono gli organizzatori, nei prossimi mesi ci sarà anche un secondo round di commenti.







