DARKSAT RIFLETTE IL 50 PER CENTO IN MENO

Starlink: il nero sfina

Le osservazioni condotte dal telescopio Murikabushi dell’Osservatorio astronomico di Ishigakijima hanno confermato che il rivestimento scuro impiegato da DarkSat – lo “Starlink verniciato di nero” – può ridurre della metà la riflettività del satellite. Si teme che numerosi satelliti artificiali in orbita possano compromettere le osservazioni astronomiche, ma questi risultati potrebbero aiutare a ridurre notevolmente l’impatto

     09/12/2020

La traccia di un satellite Starlink (la linea che parte dall’alto a destra, verso il basso a sinistra) catturata dal Telescopio Murikabushi il 10 aprile 2020. Crediti: Naoj

La crescente domanda di servizi spaziali ha generato un’ondata di progetti di costellazioni satellitari che gestiscono numerosi satelliti artificiali in orbita. Poiché questi satelliti, riflettendo la luce solare, possono diventare fastidiosamente luminosi, la comunità astronomica ha sollevato serie e motivate preoccupazioni circa il loro potenziale impatto sulle osservazioni astronomiche.

A inizio anno, ad esempio, è stato pubblicato uno studio a cura di Eso (European Southern Observatory) che ha evidenziato un impatto moderato su Very Large Telescope e Extremely Large Telescope, ma un grave impatto su una significativa porzione delle osservazioni che verranno effettuate con il futuro osservatorio Vera Rubin; oltre che per gli osservatori radio, millimetrici e submillimetrici, tra cui Alma e Apex.

Nel 2019 SpaceX aveva assicurato – anche a Media Inaf, con un virgolettato di Eva Behrend, senior manager dell’azienda aerospaziale statunitense – che, negli Stati Uniti, erano già attive discussioni con le parti interessate per identificare in modo proattivo le modalità con le quali lavorare insieme per proteggere le attività radioastronomiche critiche.

In questo contesto, nel gennaio 2020, SpaceX ha lanciato DarkSat, un satellite sperimentale con un rivestimento antiriflesso, e ha chiesto agli astronomi di valutare quanto questo rivestimento è un grado di ridurre la riflettività del satellite. Misurazioni della luminosità dei satelliti artificiali sono già state condotte, ma fino a ora non era mai stato verificato che il rivestimento scuro permettesse di raggiungere effettivamente la riduzione della riflettività prevista.

Il telescopio Murikabushi dell’Osservatorio astronomico di Ishigakijima può osservare oggetti celesti simultaneamente in tre diverse lunghezze d’onda (colori). Il confronto dei dati relativi a diversi colori, ottenuti nelle stesse condizioni, ha fornito una visione più accurata di quanto il rivestimento può ridurre la luminosità del satellite. Le osservazioni condotte da aprile a giugno 2020 hanno rivelato, per la prima volta, che i satelliti artificiali, rivestiti o meno, sono più visibili a lunghezze d’onda maggiori e che il rivestimento nero può dimezzare il livello di riflettività superficiale dei satelliti, mitigando gli impatti negativi sulle osservazioni astronomiche.

Ricordiamo tuttavia che il surriscaldamento indotto dalle superfici nere di DarkSat ha già portato SpaceX, in questi mesi, a lavorare a una diversa soluzione, che prevede l’implementazione di una visiera parasole in grado di bloccare tutta la luce, evitando che raggiunga le antenne molto riflettenti.

Per saperne di più: