RICEVETTE LE IMMAGINI DELLA TRASMISSIONE TV DELL’APOLLO 11

Un nome aborigeno per il “padellone” di Parkes

Soprannominato “The Dish” dai radioastronomi di tutto il mondo, “Padellone” da quelli italiani e conosciuto ufficialmente come radiotelescopio di Parkes, l’iconica antenna da 64 metri del Nuovo Galles del Sud, in Australia, ha da oggi anche un nome in lingua Wiradjuri: Murriyang. «Trovo davvero bello e significativo il fatto che il telescopio abbia avuto l’onore di ottenere un nome aborigeno», dice a Media Inaf Marta Burgay

     10/11/2020

Il radiotelescopio di Parkes, da oggi “Murriyang” in lingua Wiradjuri. Crediti: D. McClenaghan/Csiro

Per sessant’anni è stato il radiotelescopio di Parkes, dal nome della cittadina del Nuovo Galles del Sud, in Australia, a nord della quale sorge. Un’antenna da 64 metri di diametro diventata un’icona della scienza australiana: grazie a lei, per dire, sono state scoperte circa la metà delle oltre duemila pulsar a oggi conosciute. Affettuosamente soprannominato The Dish – da cui l’omonimo film – è un radiotelescopio che ha fatto la storia, e non solo dell’astronomia: le immagini inviate dalla Luna durante la missione Apollo 11, prima di essere inoltrate a tutti i televisori del mondo, passarono attraverso i suoi ricevitori. E da oggi avrà un nuovo nome: Murriyang, parola che nella lingua aborigena del popolo Wiradjuri – nel cui territorio il radiotelescopio è stato costruito – rappresenta “il mondo del cielo, là dove vive lo spirito Biyaami”. Insieme a The Dish anche altri due telescopi più piccoli dell’Osservatorio di Parkes, gestito da Csiro (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation) hanno ricevuto nomi in lingua Wiradjuri, nel corso di una cerimonia condotta dai due Anziani Wiradjuri Rhonda Towney e Stan Grant.

«La scienza è la ricerca della verità, spesso pensiamo di essere i primi a scoprirla, ma gran parte della conoscenza che cerchiamo è stata scoperta molto prima di noi», ha detto in occasione della cerimonia di assegnazione del nuovo nome il chief executive di Csiro, Larry Marshall. «È per noi un onore che gli Anziani Wiradjuri abbiano dato nomi tradizionali ai nostri telescopi a Parkes, così da collegarli alla più antica tradizione scientifica del mondo».

Danzatori durante la cerimonia di nomina. Crediti: C. Watson / Csiro

Grande soddisfazione anche da parte dei Wiradjuri. «È qualcosa che si va preparando da lungo tempo», ha ricordato il dottor Stan Grant. «L’assegnazione dei nomi ai telescopi è per il nostro popolo una fra le cose più importanti che possano accadere». Aver dato un nuovo nome al radiotelescopio, oltre a rendere omaggio alla cultura Wiradjuri e all’antica conoscenza astronomica e tradizione d’osservazione del cielo dei popoli aborigeni e delle isole dello Stretto di Torres, è anche un esempio concreto del processo di riconciliazione con i popoli aborigeni in atto in Australia.

«Il nome scelto e la sua storia mi piacciono molto, e trovo davvero bello e significativo il fatto che il telescopio abbia avuto l’onore di ottenere un nome aborigeno», dice a Media Inaf Marta Burgay, astrofisica dell’Inaf di Cagliari che proprio con questo radiotelescopio ha scoperto nel 2003 la “pulsar doppia” che l’ha resa famosa. «Quello di Parkes è stato il primo radiotelescopio con cui abbia mai osservato ed è stato un luogo che ho frequentato e amato moltissimo. Tra il 2000 e il 2014 (anno in cui sono iniziate le osservazioni da remoto) sono andata a Parkes almeno due volte l’anno, per varie settimane ogni volta: era diventato una “casa lontano da casa” e ho tantissimi bei ricordi legati a quei luoghi e alle persone che ci ho conosciuto. E da oggi, oltre che “Padellone”, come affettuosamente l’abbiamo spesso chiamato, potrò chiamarlo anche col suo nuovo nome Wiradjuri: Murriyang».

Guarda il servizio video su MediaInaf Tv: