NUCLEO ROCCIOSO DENTRO, E ATTORNO ACQUA IN UNO STATO SUPERCRITICO

E se i mini-Nettuni fossero super-Terre con oceani?

Due gruppi di scienziati francesi hanno avanzato nuove ipotesi in base alle quali i mini-Nettuni potrebbero essere super-Terre con uno spesso strato d'acqua che provoca un intenso effetto serra generato dall'irradiazione dalla stella ospite. I due studi sono stati pubblicati su ApJ Letters e A&A

     21/07/2020

Rappresentazione artistica di K2-18b, un esopianeta noto per avere acqua e temperature compatibili con la vita. Crediti: Esa / Hubble, M. Kornmesser

Molti esopianeti a oggi conosciuti sono super-Terre, con un raggio di 1.3 volte quello della Terra, e mini-Nettuni, con un raggio pari a 2.4 raggi terrestri. I mini-Nettuni, che sono meno densi, a lungo sono stati considerati pianeti gassosi, costituiti da idrogeno ed elio. Ora, gli scienziati del Laboratoire d’Astrophysique di Marsiglia (Cnrs / Aix-Marseille Université / Cnes) hanno esaminato una nuova possibilità, ossia che la bassa densità dei mini-Nettuni potrebbe essere spiegata semplicemente dalla presenza di uno spesso strato d’acqua che provoca un intenso effetto serra generato dall’irradiazione dalla stella ospite. Questi risultati, recentemente pubblicati su The Astrophysical Journal Letters, mostrano che i mini-Nettuni potrebbero in realtà essere super-Terre con un nucleo roccioso circondato da acqua in uno stato supercritico, suggerendo che questi due tipi di esopianeti potrebbero formarsi allo stesso modo.

Un altro articolo recentemente pubblicato su Astronomy & Astrophysics, che coinvolge scienziati francesi principalmente del Cnrs e dell’Università di Bordeaux, si è concentrato sull’effetto dell’irradiazione stellare sul raggio dei pianeti delle dimensioni della Terra contenenti acqua. Il loro lavoro mostra che la dimensione delle atmosfere di tali pianeti aumenta considerevolmente quando soggetta a un forte effetto serra, in linea con lo studio sui mini-Nettuni.

Le osservazioni future dovrebbero consentire di testare queste nuove ipotesi avanzate dagli scienziati francesi, che stanno apportando importanti contributi alla nostra conoscenza degli esopianeti.

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