L’ALONE DELLA GALASSIA VISTO DA HUBBLE

Un mistero sotto il Sombrero

Sopra la calotta e la tesa della galassia a forma di cappello M104, il telescopio spaziale Hubble fotografa una straordinaria abbondanza di stelle ricche di elementi pesanti. Un’anomalia forse prodotta dalla fusione di enormi galassie e di cui oggi sembra non restare traccia

     25/02/2020

Crediti: Nasa/Digitized Sky Survey/P. Goudfrooij (Stsci)/The Hubble Heritage Team (Stsci/Aura)

Un’inspiegabile abbondanza di stelle ricche di elementi pesanti. E un altrettanto anomala mancanza di vecchie stelle anemiche che, al contrario, è comune trovare in aloni di grandi galassie come questa. 

M104, ribattezzata dagli astronomi Sombrero per via della forma a tesa larga tipica del copricapo messicano, è un’anomalia

L’alone di luce che circonda la calotta della galassia a forma di cappello, fotografato in dettaglio dal telescopio spaziale Hubble ed evidenziato nell’immagine dal riquadro bianco, mostra una miriade di stelle, migliaia di singole stelle (riquadro giallo). Una popolazione che va aumentando man mano che ci si avvicina al disco della galassia (riquadro blu).

Nelle galassie simili a Sombrero gli ammassi globulari di questo tipo contengono stelle povere di metalli (i corpi ricchi di metalli pesanti si concentrano nel disco di una galassia e nel rigonfiamento centrale). Qui, viceversa, le stelle ne sono ricche, come se la galassia che le ospita fosse figlia di una fusione fra enormi galassie avvenuta qualche miliardo di anni fa. Un genere di spiegazione che mal si adatta a quanto si può vedere attraverso un telescopio: un disco galattico e un alone privo di segni di discontinuità.

Eppure, sotto l’elegante Sombrero dalla larga tesa e dai bordi lisci, potrebbe nascondersi un passato turbolento

D’altra parte «Sombrero è sempre stata una galassia un po’ particolare, ed è anche questa sua particolarità a renderla interessante», confessa Paul Goudfrooij dello Space Telescope Science Institute (Stsci) di Baltimora, nel Maryland. «L’abbondanza di elementi pesanti nelle stelle che compongono l’alone della galassia ci conferma che Sombrero ha ancora molto da svelare circa la sua formazione ed evoluzione».

La galassia Sombrero mal si adatta alle definizioni, dunque. Né ellittica, né spirale. Bensì un ibrido che gli astronomi devono tener d’occhio e che potranno studiare più approfonditamente grazie al Wide Field Infrared Survey Telescope o al James Webb.

Nel frattempo i dati raccolti da Hubble sono stati dati in pasto ai computer, che grazie a sofisticati modelli qualche risposta l’hanno prodotta: Sombrero, a differenza della nostra Via Lattea, non ha avuto un processo di accrescimento regolare e distribuito nel tempo ma è il prodotto di una fusione di due o più galassie gigantesche. C’è un bel trambusto nel passato di Sombrero, insomma. Anche se non si vede.

Sombrero, cosa nascondi sotto il cappello?