ASTRONOMIA CULTURALE, TRA SCIENZA, ARCHEOLOGIA E ICONOLOGIA

Tre giorni a Bari sull’archeoastronomia

Dal 10 al 12 ottobre l’Ateneo pugliese ospita il Convegno nazionale della Società italiana di archeoastronomia. L’evento è aperto al pubblico, ed è un’occasione per scoprire nelle ricerche più recenti l’impatto del cielo sui monumenti e le opere d’arte antiche

     10/10/2019

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Le incredibili pietre forate della Sicilia occidentale, onnipresenti calendari solari che svelano la complessa astronomia megalitica dell’isola, gli allineamenti astronomici lunari nell’area di Saint Martin de Corleans ad Aosta, la determinazione della fondazione di un tempio a Vishnu nel Rajasthan grazie ad un’eclissi di Sole del 975 d.c., una’eclissi anulare in un celebre e misterioso dipinto di Hyeronimus Bosch che contribuisce a datare accuratamente l’opera: queste e molte altre le novità che verranno presentate nel 19esimo convegno annuale della Società italiana di archeoastronomia “Ad una ad una annoverar le stelle”, che si svolge a Bari da oggi, giovedì 10 ottobre, a sabato 12 ottobre 2019 nell’Aula I del Centro polifunzionale studenti dell’università, in piazza Cesare Battisti 1, col patrocinio della Società astronomica italiana (Sia), del Centro interuniversitario di ricerca “Seminario di storia della scienza” dell’Università Aldo Moro e della Società astronomica pugliese.

Con 34 relazioni e 5 poster verrà esplorato il fertile e interdisciplinare campo della cosiddetta astronomia culturale, che si propone di studiare le relazioni tra l’uomo e il cosmo nelle antiche culture attraverso i più moderni strumenti della fisica e dell’archeologia. In questa edizione spiccano in particolar modo lavori dedicati agli estremi del territorio italiano: quelli sul megalitismo siciliano, che negli ultimi anni ha aperto un nuovo entusiasmante filone di ricerca nel bacino del Mediterraneo, quelli ormai storici sul complesso preistorico del capoluogo della Val d’Aosta e quelli sardi che indagano sugli affascinanti complessi cultuali di età nuragica. Tra le novità più recenti, che dobbiamo all’infaticabile lavoro di Alberto Scuderi e Ferdinando Maurici, un importante aggiornamento al catalogo di siti di interesse archeoastronomico della Trinacria, con il trilite Porta del Sole a Custonaci (TP), che risulta perfino presente in un quadro della scuola di Antonello da Messina, e in uno spettacolare campo di menhir allineati agli equinozi e ai solstizi a Cerami (EN).

«Si può  presumere», dice Elio Antonello, presidente della Sia e autore di un intervento sul tema, «che ogni comunità preistorica in Sicilia avesse un suo proprio “calendario”, e sono iniziate ad emergerne innumerevoli, solidissime testimonianze, la cui natura è garantita da ampie evidenze statistiche e da indipendenti conferme antropologiche. Anche l’archeologo dell’Università di Oxford Jeremy Johns sottolinea la rilevanza scientifica e la necessità di tutela di questi siti, sparsi per tutta l’isola, dove gli abitanti preistorici della Sicilia adattarono emergenze naturali del paesaggio per celebrare e annodare il legame fra il cielo e la terra su cui essi vivevano».

L’antico tessuto che lega il cielo e gli uomini è particolarmente vivo in Puglia, e un buon numero di relazioni toccherà affascinanti temi astronomici locali, come gli allineamenti solstiziali del Castello normanno-svevo di Sannicandro, le ierofanie della Cattedrale di San Sabino a Bari e della chiesa di S. Margherita a Bisceglie e il sito dolmenico di Monte Sant’Angelo nel Gargano con le sue probabili evidenze di culti solari.

«Abbiamo riscontrato diffusi interessi di ricerca su questi temi interdisciplinari anche nella nostra regione», assicura lo storico della scienza Francesco Paolo De Ceglia, tra gli organizzatori per l’Università di Bari, «e siamo fiduciosi sulla qualità degli interventi. D’altronde la Società di archeoastronomia si pone come garante della scientificità e accuratezza dei lavori che verranno pubblicati, in un campo molto delicato che richiede solide competenze interdisciplinari».

Ma l’astronomia culturale non riguarda solo l’archeologia preistorica: tra le proposte del convegno si annoverano ricerche eterogenee che spaziano dalla possibile datazione della fondazione di un tempio hindu di Kiradu, orientato in direzione dell’alba del 9 agosto 975, quando una iscrizione epigrafica locale segnala una eclissi di sole che sembra aver motivato il dono del monumento alla città da parte del re Vakpati II (Dallaporta e Marcato), alla scoperta di una eclissi anulare di sole nell’anta sinistra del trittico di Bosch sulle Tentazioni di Sant’Antonio a Lisbona dedicata alle vicende della Passione, che sembra alludere alle tenebre durante la Crocifissione rievocando al tempo stesso realisticamente il fenomeno astronomico europeo dell’anno 1502 (Vallese e Gandolfi), al vero e proprio debunking delle influenze lunari sulla fertilità femminile al plenilunio contenute nella tradizione e nella letteratura medica anche recente, realizzato con un ampio studio statistico su 44.000 parti in 10 anni di attività del maggiore ospedale ostetrico del Piemonte (Cora, Giordano e altri).

La partecipazione è aperta a tutti. Il programma delle tre giornate dei lavori è disponibile sul sito Sia.
È richiesto il versamento di una quota di iscrizione a coloro che intendono presenziare a tutti gli incontri del Convegno e vogliono ricevere il kit di partecipazione e il volume finale a stampa degli atti. Per le presenze occasionali l’ingresso è libero e gratuito.