IL CALORIMETRO DELLA MISSIONE INSIGHT

Fa capolino la talpa marziana

Con tre manovre a distanza di pochi giorni è stato sollevato e arretrato il contenitore dell’esperimento Hp3, mettendo a nudo la piccola sonda auto-affondante, che è penetrata nel suolo per tre quarti della sua lunghezza prima di non riuscire più ad avanzare. Ora i tecnici cercheranno di compattare il terreno attorno

     01/07/2019

La manovra di spostamento della struttura di supporto grazie alla quale è stato reso visibile il penetrometro dell’esperimento HP3, semiaffondato nella regolite. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Buone notizie dalla missione InSight su Marte, in particolare per l’esperimento HP3che sta dando non pochi grattacapi ai tecnici della Nasa dopo che la cosiddetta “talpa” si è fermata già al primo turno di scavo, lo scorso 28 febbraio, auto-affondata per circa tre quarti della sua lunghezza.

Con tre caute manovre, per non rischiare di estrarre la sonda dal terreno, la struttura di supporto (Ssa, support structure assembly) è stata prima sollevata di 52 cm sopra la superficie e poi riposizionata a terra in una posizione retrocessa di 20 cm verso il lander. La riuscita di questa manovra permette ora di osservare direttamente la talpa, prima nascosta dalla struttura di supporto, e decidere gli interventi più appropriati.

Come si legge sul blog di InSight curato dalla Dlr, l’agenzia spaziale tedesca che ha realizzato l’esperimento HP3, nei prossimi giorni verranno effettuate delle riprese ravvicinate per valutare la situazione e decidere se modificare o tenere per buono il piano già elaborato per tentare di far riprendere lo scavo alla sonda.

Componenti della sonda di flusso di calore Hp3. In alto a sinistra: il radiometro (Rad), utilizzato per misurare la temperatura della superficie. A destra: l’involucro con il penetrometro (la talpa), il cavo per la misurazione della temperatura (Tem-P) e il cavo dati (Et) collegato al lander. L’involucro contiene un misuratore ottico di lunghezza del cavo Tem-P estratto. La talpa contiene il sensore di conducibilità termica attivo Tem-A e l’inclinometro Statil. In basso a sinistra: la centralina elettronica (Bee), che rimane sul lander ed è collegata alla sonda tramite l’Et. Crediti: Dlr

In effetti, lo stesso responsabile dello strumento, Tilman Spohn della Dlr, ammette di essere rimasto abbastanza stupefatto da quanto fosse grande la buca attorno alla talpa, con un diametro circa il doppio di quello della sonda stessa, che è 27 mm. L’ipotesi più probabile, scrive Spohn sul blog, è che la talpa abbia scavato un buco conico, compattando la regolite circostante con un movimento di precessione, simile a quello di una trottola.

Ora che il luogo di scavo è completamente esposto, il piano di salvataggio predisposto prevede di utilizzare la pala meccanica di cui è dotato il braccio robotico (Ida, instrument deployment arm) per riempire la piccola fossa che la talpa ha scavato attorno a sé e compattare il terreno.

Dovremo comunque attendere almeno una settimana per avere nuove notizie. Per ora rimaniamo con il fiato sospeso assieme alla squadra di tecnici e scienziati che sperano di vedere funzionare questo strumento per quello che era stato progettato: misurare il calore interno di Marte fino a qualche metro di profondità.

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