AL MOMENTO È ENTRATO IN SAFE MODE

Problemi al giroscopio: Hubble fa un riposino

Il telescopio di Nasa ed Esa opera ormai da quasi 30 anni e gli acciacchi dell'età si cominciano a sentire. Il termine della missione dovrebbe essere nel 2020, ma i problemi e le anomalie sono sempre più frequenti. Le ricerche scientifiche non sono a rischio, ma fino a nuovo avviso Hubble è stato messo in “safe mode”, una sorta di modalità provvisoria

     10/10/2018

Rappresentazione artistica del telescopio spaziale Nasa/Esa Hubble in orbita attorno alla Terra a circa 600 km di altezza. Crediti: Esa

Il telescopio spaziale più famoso del mondo è stato messo a riposo per qualche tempo, finché i tecnici non saranno in grado di risolvere un problema sorto nei giorni scorsi. Parliamo di Hubble di Nasa ed Esa, che dal 5 ottobre scorso è entrato in safe mode a causa dell’ennesimo guasto a uno dei giroscopi, necessari a mantenere il telescopio orientato con precisione verso un determinato punto di osservazione. Gli strumenti a bordo di Hubble sono, invece, tutti perfettamente funzionanti e gli scienziati non hanno nulla da temere: Hubble continuerà a fare scienza ancora per molto tempo.  

Il 24 aprile 1990 lo Shuttle Discovery partì dal Complesso di lancio 39, presso il John F. Kennedy Space Center (Florida), portando Hubble nello spazio e spingendosi fino a quasi 600 chilometri sulla superficie terrestre. Durante la lunga storia di Hubble ci sono state diverse missioni “di servizio” durante le quali gli astronauti hanno riparato e aggiunto di volta in volta nuovi strumenti. Nel 2009, durante l’ultima missione di riparazione, gli astronauti dell’Atlantis installarono sei nuovi giroscopi: Hubble di solito ne usa tre alla volta, ma può continuare a fare osservazioni scientifiche anche con due o uno soltanto (dal 2005 al 2009 ne sono stati utilizzati solo due).

Cosa è successo? Il giroscopio andato in “panne” dava segnali strani ormai da un anno e ciò che è accaduto qualche giorno fa era stato messo in conto. Altri due giroscopi dello stesso tipo erano già andati in pensione, mentre i rimanenti tre giroscopi disponibili sono tecnicamente più avanzati e quindi dovrebbero avere una vita operativa significativamente più lunga. Due di questi giroscopi “aggiornati” sono attualmente in uso, ma dopo aver acceso il terzo giroscopio di ultima generazione – che era di riserva –  l’analisi della telemetria di Hubble ha indicato che non stava funzionando al livello richiesto per le operazioni. Di conseguenza, Hubble rimarrà in modalità provvisoria fino a nuovo avviso.

Le ricerche scientifiche in corso con il telescopio non andranno in fumo: se i test attualmente in corso dovessero avere esito negativo, Hubble tornerebbe a funzionare in una modalità chiamata reduced-gyro. Non riuscirebbe più a coprire l’intera volta celeste, ma l’impatto sulle sue capacità scientifiche sarebbero comunque ridotte, fanno sapere dalla Nasa. 

Gli acciacchi dell’età si cominciano a sentire, ma la missione di Hubble non è ancora terminata. Nell’estate del 2011 il team di Hubble ha festeggiato la milionesima osservazione (un’analisi spettroscopica dell’esopianeta Hat-P-7b) riuscendo a “riempire” ben 60 terabyte di archivio in totale. Hubble è uno degli strumenti scientificamente più produttivi mai costruiti: grazie ai suoi dati, a oggi sono stati pubblicati oltre 13mila studi scientifici sulle riviste di tutto il mondo. Secondo gli ingegneri della Nasa, Hubble continuerà a funzionare almeno fino al 2020, sovrapponendosi – almeno per qualche anno – al suo atteso successore, il James Webb Space Telescope (di Nasa, Esa e Csa). Il Jwst avrà uno specchio primario di 6.5 metri di diametro e opererà nell’infrarosso con numerosi strumenti. I principali obiettivi scientifici di Jwst, che promette di essere cento volte più potente di Hubble, riguardano lo studio della “prima luce” e dell’epoca di reionizzazione dell’universo, la formazione delle galassie, la nascita delle stelle e dei sistemi protoplanetari, dei sistemi planetari e l’origine della vita. Il lancio è previsto per marzo 2021.