I DATI RACCOLTI DAL ROVER CURIOSITY

Marte, antiche tracce d’acqua negli aloni di silice

Il rover della Nasa ha permesso uno studio approfondito di queste particolari formazioni rocciose ricche di silice che ci dico di più sulla presenza di acqua liquida nel passato del Pianeta rosso

     30/05/2017

Nel mosaico di immagini provenienti dalle telecamere di navigazione del rover della Nasa Curiosity vediamo “aloni” di sostrato roccioso leggermente più chiari intorno alle fratture. Queste aree comprendono alte concentrazioni di silice e indicano che al di sotto delle rocce del cratere di Gale l’acqua in forma liquida è stata presente per molto più tempo rispetto a quanto previsto in precedenza. Crediti: Nasa / Jpl-Caltech

Acqua liquida su Marte? Ormai è un fatto acclarato, non abbiamo più dubbi in merito. È ancora incerto, però, quando e per quanto tempo ci siano stati fiumi sotterranei e laghi superficiali pieni di acqua. Un gruppo di ricercatori ha analizzato di recente delle immagini scattate dal rover Curiosity della Nasa in cui si vedono degli strani aloni di colore chiaro attorno alle fratture di alcune aree del cratere Gale. Queste “chiazze” di sostrato roccioso presentano alte concentrazioni di silice (per capire, il materiale utilizzato per fabbricare il vetro) e indicano che il pianeta ha avuto acqua liquida per un periodo molto più lungo rispetto a quanto creduto finora.

Questi aloni di silice sono stati analizzati dallo strumento Chemistry and Camera (ChemCam), sviluppato dal Los Alamos National Laboratory in collaborazione con l’agenzia spaziale francese, molto utile per creare un’immagine più completa della storia idrogeologica di Marte. L’elevato tasso di silice è stato rilevato a un’altitudine di circa 20-30 metri in prossimità di uno strato di sedimenti lacustri antichi. «Ciò ci dice che la silice trovata in aloni di rocce più giovani è giunta da rocce più antiche tramite l’acqua che scorreva attraverso le fratture», ha detto Jens Frydenvang, del Los Alamos National Laboratory dell’Università di Copenhagen. In particolare, alcuni dei sedimenti contenenti questi aloni sono stati depositati dal vento e queste dune sarebbero esistite solo dopo il prosciugamento del lago, ma la presenza di alogeni nelle rocce formate molto tempo dopo indica che le acque scorrevano ancora tra le fatture sotterranee di formazione più recente.

Frydenvang ha aggiunto: «La concentrazione di silice è molto elevata al centro di questi aloni. Quello che vediamo è che la silice sembra aver migrato dalla roccia sedimentaria molto antica e alle rocce sovrastanti più giovani. Anche quando il lago è evaporato, una certa quantità di acqua sotterranea è rimasta lì molto più a lungo di quanto abbiamo pensato in precedenza e ciò amplia ulteriormente il periodo in cui la vita avrebbe potuto esistere su Marte».

Se l’acqua sotterranea abbia potuto o meno sostenere la vita, questo è ancora tutto da provare, ma lo studio sostiene le recenti scoperte di un altro scienziato di Los Alamos che ha trovato boro su Marte per la prima volta, il che indica il potenziale di abitabilità dell’acqua marziana.

Per saperne di più: