IL ”TUFFO” È IN PROGRAMMA PER IL 15 SETTEMBRE

Cassini: inizia il conto alla rovescia

Tutto pronto per l’inserimento nell’orbita finale di Cassini, previsto per il 26 aprile prossimo. La sonda sfrutterà la gravità di Titano per modificare la propria traiettoria e iniziare la fase finale della missione. Previste osservazioni senza precedenti, che continueranno fino alla perdita del segnale

     05/04/2017

Questa illustrazione mostra la sonda Cassini della Nasa sopra all’emisfero nord di Saturno. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Mancano una manciata di giorni al prossimo 26 aprile, giorno in cui la missione Cassini comincerà a scrivere l’ultimo capitolo della sua incredibile storia. In orbita attorno a Saturno dal luglio 2004, la sonda della Nasa si appresta ad inserirsi nella sua traiettoria finale, che la porterà a tuffarsi nello spazio vuoto tra gli anelli e l’atmosfera del pianeta: una fenditura di circa 2.400 km di larghezza.

«Nessuna sonda ha mai attraversato quella regione, e noi ci proponiamo di farlo per ben 22 volte», dice Thomas Zurbuchen del Science Mission Directorate della Nasa. «Tutto quello che impareremo grazie a queste rischiose orbite finali ci permetterà di conoscere ancora meglio come si formano ed evolvono i pianeti giganti e i sistemi planetari in generale. Continueremo a scoprire cose nuove fino alla fine».

Nel corso della sua attività la missione Cassini ha raccolto dati che hanno portato a un numero incalcolabile di scoperte, tra cui vale la pena ricordare l’oceano sotto la crosta ghiacciata di Encelado e i mari di metano sulla superficie di Titano. Oggi, a 20 anni dal lancio dalla base di Cape Canaveral, e a 13 anni dall’inserimento in orbita, la sonda è a corto di carburante. Per questo motivo, nel 2010 il team scientifico ha deciso di terminare la missione quest’anno, e di farlo con un tuffo nell’atmosfera di Saturno. Lo scopo di questa operazione è di preservare le lune per future esplorazioni, in particolare Encelado, che potrebbe ospitare forme di vita.

Rappresentazione artistica di ciò che potrebbe vedere la sonda Cassini durante l’attraversamento della regione che separa gli anelli dall’atmosfera di Saturno. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Sebbene Cassini si stia avvicinando alla fine, per molti aspetti è come se stesse per iniziare una nuova missione. Grazie all’esperienza maturata negli anni, gli scienziati responsabili delle operazioni di volo hanno progettato una sequenza di orbite che permetterà di ottimizzare il valore scientifico della sonda e dei suoi strumenti. Il tuffo finale è previsto per il 15 settembre, e nei prossimi cinque mesi Cassini raccoglierà dati del tutto nuovi, con risoluzioni mai raggiunte prima, che promettono risultati scientifici senza precedenti.

«Questo finale è in assoluto il preferito da tutti gli scienziati coinvolti nella missione», racconta Linda Spilker, project scientist della missione Cassini presso il Jet Propulsion Laboratory della Nasa. «Cassini effettuerà alcune tra le sue più straordinarie osservazioni al termine della sua lunga vita». I ricercatori sperano di ottenere informazioni interessanti sulla struttura interna del pianeta e sulle origini degli anelli, di raccogliere dati ad altissima risoluzione dell’atmosfera e delle particelle provenienti dagli anelli principali, e di scattare immagini ravvicinate delle nubi di Saturno e della regione più interna degli anelli. Il team sta effettuando gli ultimi controlli sulla lista di comandi, che verrà inviata alla sonda il prossimo 11 aprile.

Immagine artistica del panorama che potrebbe stagliarsi davanti alla sonda Cassini durante la sua discesa nell’atmosfera di Saturno. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Per spostarsi sulle sue orbite finali, Cassini sfrutterà l’ultimo passaggio ravvicinato con Titano, in programma per il 22 aprile. Come già successo più volte nel corso della missione, la gravità di Titano modificherà la traiettoria della sonda, permettendole di passare tra il pianeta e gli anelli.

«Sulla base dei nostri modelli, ci aspettiamo che lo spazio vuoto sia privo di particelle in grado di danneggiare la sonda, ma dobbiamo anche essere cauti e quindi utilizzeremo la nostra antenna come scudo al primo passaggio. In questo modo potremo stabilire se è sicuro esporre gli strumenti scientifici all’ambiente circostante nei passaggi successivi», spiega Earl Maize. «Ci sono senza dubbio delle incognite, ma questo è uno dei motivi per cui abbiamo programmato un’esplorazione così audace al termine della missione».

Quando Cassini si tufferà nell’atmosfera di Saturno raccoglierà dati preziosi sulla composizione dell’atmosfera, e continuerà a inviarli a Terra finché il suo segnale verrà perso. «Il gran finale di Cassini è molto più di un tuffo nell’atmosfera del pianeta», aggiunge Spilker. «Quello del 15 settembre è l’ultimo emozionante capitolo della storia di una sonda eccezionale. Gli anni di attività di Cassini sono stati così scientificamente ricchi che questa ci è sembrata la scelta più logica per scrivere un finale di missione ricco di sorprese».