L’ORBITA COMETARIA PIÙ STABILE DEL PREVISTO

Halley mette la testa a posto

Lo conosciamo come un corpo irrequieto e dall’orbita ballerina, ma secondo un nuovo studio la cometa di Halley manterrebbe orbite stabili all’interno del Sistema solare per più di 300 anni consecutivi. E non subirebbe l’azione gravitazionale di Giove, bensì di Venere

     01/07/2016

Halley is from Venus. La cometa più amata da astronomi e grande pubblico vuole sorprendere ancora una volta e ci riesce. Dopo un anno di “gelosie” da sovraesposizione mediatica per l’avventura che ha visto protagoniste la sonda ESA Rosetta e collega Churyumov-Gerasimenko, la cometa di Halley ritorna all’onore delle cronache grazie a una sorprendente scoperta del gruppo di ricercatori olandesi e scozzesi guidati da Simon Portegies Zwart dell’Università di Leida.

Gli astronomi hanno finalmente trovato una spiegazione convincente a giustificazione del comportamento caotico di Halley: la cometa dall’orbita più irrequieta di sempre. Era opinione diffusa fra gli astrofisici che non fosse possibile prevedere l’orbita del corpo celeste su una scala temporale superiore ai 70 anni. Troppe le interazioni con gli altri abitanti del Sistema solare. Troppo forte il campo gravitazionale di un gigante come Giove per valutare la sua influenza sulla traiettoria percorsa dalla cometa.

Eppure i risultati ottenuti dalla ricerca di Portegies Zwart e compagni, ammessa di fresco alla pubblicazione fra le Monthly Notices della Royal Astronomical Society, dicono il contrario: la cometa di Halley mantiene un’orbita stabile per oltre 300 anni. Molto più a lungo di quanto mai potessimo immaginare.

«Abbiamo a disposizione i calcoli più accurati di sempre e i numeri parlano chiaro», spiega Tjarda Boekholt, uno dei ricercatori del gruppo di Portegies Zwart e anch’egli in forze presso l’Università di Leiden. «Ma forse la sorpresa più grande è un’altra: l’orbita di Halley viene fortemente influenzata dal pianeta Venere e non da Giove, che invece è stato sempre additato come il principale responsabile dell’imprevedibilità di Halley».

Solo nei prossimi 3000 anni la cometa si avvicinerà sufficientemente al pianeta Giove da subirne l’irresistibile fascino e godere di una potente fionda gravitazionale. Allora Venere non sarà più il principale perturbatore dell’orbita cometaria. «Allora sì che sarà impossibile ricalcolare la traiettoria di Halley, l’azione gravitazionale esercitata da Giove introduce un errore troppo grande perché si possano mantenere calcoli affidabili», sottolinea Inti Pelupessy del gruppo di Portegies Zwart, Università di Leiden.

La cometa di Halley è visibile da Terra ogni 75 anni. L’ultima volta è stato nel 1986, la prossima volta darà nel 2061.