DA PADRE PIAZZI A LUCHINO VISCONTI

Palermo scopre le sue carte d’archivio

Presentato al pubblico l’inventario completo dell'archivio storico dell'Osservatorio Astronomico di Palermo. Le carte conservate riguardano il periodo compreso tra la direzione di Giuseppe Piazzi, il sacerdote che scoprì Cerere, fino agli anni ’70 dello scorso secolo, passando per il “Gattopardo”, ovvero il Principe di Lampedusa, valente astronomo dilettante dell'Ottocento. Per raffigurarlo al meglio, nel 1962 Luchino Visconti chiese in prestito all'Osservatorio strumentazione e carte originali

     16/03/2016

Il_gattopardo_salina01Burt Lancaster, interpretando il ruolo del Principe di Salina nel celeberrimo adattamento cinematografico di Luchino Visconti del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, si aggira tra i veri strumenti astronomici appartenuti a Giulio Fabrizio Tomasi Principe di Lampedusa, bisnonno di Giuseppe e valente astronomo dilettante, a cui l’autore del romanzo si ispirò per la figura del Principe di Salina. Questi tre telescopi furono acquisiti dall’Osservatorio Astronomico di Palermo nel 1887, due anni dopo la morte del “Principe Astronomo”, e utilizzati fino all’inizio del secolo successivo.

Oltre ai telescopi, per rendere ancora più verosimile la ricostruzione dello studio del Principe di Salina, Luchino Visconti nel 1962 chiese e ottenne il trasferimento una parte dell’archivio dell’Osservatorio Astronomico di Palermo sul set cinematografico dove erano in corso le riprese del film. Una patina artistica si è dunque sovrapposta al valore storico di quelle carte, testimoni impassibili di un lacerante passaggio generazionale, tema dominante del film.

Di tutte le carte presenti nell’archivio storico dell’Osservatorio Astronomico di Palermo viene presentato oggi un volume riportante il loro inventario completo, a beneficio degli studiosi che potranno così meglio usufruire di questo patrimonio culturale.

L’archivio storico dell’Osservatorio di Palermo rappresenta una fonte unica per la storia dell’astronomia, a partire dalla fine del Settecento, quando l’Osservatorio venne fondato da padre Giuseppe Piazzi, scopritore di Cerere (il pianeta nano su cui recentemente sono state osservate strane macchie luminose), fino agli anni ‘70 del Novecento.

eclisse1870Costituito da 428 cartelle, con decine di migliaia di carte, l’archivio contiene diverse tipologie di materiale, a partire dalla corrispondenza ufficiale che gli astronomi scambiavano con le autorità governative, fino alle lunghe serie delle osservazioni astronomiche, nonché di quelle meteorologiche, inestimabile fonte per la ricostruzione del clima passato.

Di particolare interesse è un piccolo nucleo documentario dedicato alla prima spedizione scientifica italiana voluta e finanziata dal Governo, che si svolse proprio in Sicilia per l’osservazione di un’eclisse solare nel dicembre del 1870, seguita anche dal Principe di Lampedusa in separata sede. Tra le carte troviamo lettere, rapporti scientifici e bellissimi disegni a carboncino del fenomeno.

L’inventario dell’archivio è il risultato di un lungo ed impegnativo intervento sul materiale documentario, realizzato con la supervisione della Soprintendenza Archivistica per la Sicilia e attuato nell’ambito del progetto Specola 2000 volto al riordino e all’inventariazione degli archivi storici degli osservatori astronomici italiani. Esso andrà ad arricchire il portale Polvere di stelle dedicato all’enorme patrimonio di documenti, libri e strumenti posseduti dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e dal Dipartimento di Astronomia dell’Università di Bologna.

volumeLa presentazione del volume, prevista per mercoledì 16 marzo alle ore 16.30 presso l’Archivio Storico Comunale in via Maqueda 157 a Palermo, avviene nell’ambito dell’iniziativa “Ispirati dagli archivi”, promossa dall’Associazione Nazionale degli Archivisti Italiani nella settimana dal 14 al 19 marzo 2016 per “dare voce” alle migliaia di chilometri di documenti che costituiscono l’eccezionale patrimonio degli archivi italiani.

Il volume Inventario dell’archivio storico dell’Osservatorio Astronomico di Palermo è a cura di Donatella Randazzo, Agnese Mandrino, Stefania La Via e Rosalia Vinci, ed è dedicato a Giorgia Foderà Serio, docente di Storia dell’Astronomia all’Università di Palermo, che ha promosso il riordino e l’inventariazione dell’archivio e il restauro e la valorizzazione dell’intero patrimonio storico dell’Osservatorio.