RITRATTA IN BANDA X E IN INFRAROSSO

Supernova a poppa

Ecco la nuova immagine multibanda dei resti di supernova Puppis A, ottenuta combinando i dati in infrarosso acquisiti dal fotometro di Spitzer (MIPS), a lunghezze d’onda di 24 e 70 micron, e quelli a raggi X di XMM-Newton e Chandra

     26/08/2014

I devastanti esiti di una potente esplosione di supernova emergono nella tenue trama di luce infrarossa e a raggi X dell’immagine qui di seguito, realizzata combinando i dati provenienti dalle osservazioni dei telescopi spaziali Spitzer e Chandra, entrambi della NASA, e XMM-Newton dell’ESA.

Crediti: NASA/ESA/JPL-Caltech/GSFC/IAFE

Crediti: NASA/ESA/JPL-Caltech/GSFC/IAFE

Quella che appare come una nube impetuosa è un’onda d’urto irregolare, che si estende nello spazio per circa 10 anni luce, generata da una supernova la cui deflagrazione sarebbe stata osservata dalla Terra 3.700 anni fa. Ciò che vediamo oggi è quanto resta dell’esplosione, il cosiddetto supernova remnant (SNR): una struttura chiamata Puppis A (dal nome della costellazione in cui si trova, quella della Poppa), a circa 7.000 anni luce da noi.

Le delicate tinte color pastello dell’immagine rivelano la vicinanza, quasi una fusione, fra le strutture che emettono a infrarossi e quelle che emettono a raggi X. La luce infrarossa, in particolare, è prodotta dalle particelle di polvere calda, ed è qui rappresentata nelle tonalità del rosso e del verde. In blu, invece, l’emissione in banda X, dovuta al materiale surriscaldato dall’onda d’urto della supernova. Nelle regioni in cui le emissioni a diverse lunghezze d’onda tendono a mescolarsi, ecco che l’immagine assume un incarnato più tenue e più chiaro. Là dove entra in collisione con le nuvole di polvere e di gas che riempiono lo spazio interstellare circostante, l’onda d’urto sembra invece diventare incandescente.

Analizzando il bagliore infrarosso, gli astronomi sono giunti a concludere che la quantità totale di polvere presente nella regione è pari a circa un quarto della massa del nostro Sole. I dati raccolti dallo spettrografo a infrarossi a bordo di Spitzer mostrano come l’onda d’urto stia frantumando i fragili grani di polvere che riempiono lo spazio circostante.

È proprio con esplosioni di supernova come questa che vengono forgiati gli elementi pesanti, destinati a loro volta a diventare materia prima per successive generazioni di stelle e pianeti. Studiare come i resti di supernova si espandono nella galassia, e il modo in cui interagiscono con la materia che incontrano, fornisce dunque indizi importanti sulle nostre origini.

Fonte: Supernova Seen In Two Lights (NASA/JPL)