IL DIPINTO ESPOSTO AL MUSA

Giuseppe Piazzi arriva a Capodimonte

Un dipinto raffigurante l'astronomo sarà esposto al MuSA, il Museo degli Strumenti Astronomici dell'Osservatorio di Capodimonte dell'INAF, insieme ad una stampa che rappresenta Gioacchino Murat, re di Napoli che volle la realizzazione dell'osservatorio. Le opere sono in prestito temporaneo dalla Certosa e Museo Nazionale di San Martino. La soddisfazione del direttore, Massimo Della Valle

     15/10/2013

Il 17 ottobre, giorno in cui Giovanni Keplero osservò la Supernova 1604, l’ultima supernova esplosa e osservata nella nostra galassia nella costellazione di Ofiuco, il dipinto L’Astronomo Piazzi realizzato da Costanzo Angelini e la stampa Gioacchino Murat Re di Napoli e Sicilia realizzata da Jean-Baptiste François Bosio troveranno un’importante collocazione nel percorso del MuSA –  il Museo degli Strumenti Astronomici dell’Osservatorio di Capodimonte dell’INAF – arricchendone e completandone gli spazi espositivi.

l'astronomo Piazzi dipinto di Costanzo Angelini

L’Astronomo Piazzi
dipinto di Costanzo Angelini

Non vi essendo cielo più bello del Partenopeo, né luogo più adatto alle osservazioni“, fu questo l’auspicio di Giuseppe Piazzi per la costruzione dell’Osservatorio di Capodimonte, voluto da re Gioacchino Murat per la sua amata Napoli, “il più bel cielo della bella Italia”, con un atto formale dell’8 marzo 1812 e fondato il 4 novembre dello stesso anno, giorno dell’onomastico della regina Carolina Bonaparte.

Piazzi è stato una delle grandi personalità scientifiche dell’Ottocento: fu direttore dell’Osservatorio Astronomico di Palermo e conosciuto per essere stato lo scopritore del primo asteroide, Cerere. Giunto a Napoli nel 1817 svolse un ruolo determinante per la conclusione dei lavori di fabbrica della specola di Capodimonte, “il Vesuvio dell’Astronomia”, come lo definì l’astronomo Franz Von Zach durante la sua visita nel 1815.

La fruttuosa collaborazione tra la Soprintendenza Speciale per il P.S.A.E. e per il Polo Museale della città di Napoli, la Certosa e Museo di San Martino e l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, che da alcuni anni realizzano comuni progetti per la valorizzazione e la fruizione dell’immenso patrimonio artistico e culturale di una delle maggiori istituzioni museali italiane e delle preziose collezioni scientifiche, uniche in tutto il centro-sud d’Italia, della Specola partenopea, ha consentito di arricchire il MuSA di due preziose opere artistiche che hanno un valore straordinario per l’astronomia e la storia della casa delle stelle di Napoli.

La Soprintendenza – dichiara Rossana Muzii, Direttore del Museo di San Martino – è davvero lieta di poter partecipare ad un arricchimento significativo del nuovo Museo dell’Osservatorio con il prestito temporaneo del ritratto di uno dei personaggi più importanti nella storia della ricerca scientifica e di una immagine incisa del sovrano francese. ll dipinto che raffigura l’astronomo Piazzi venne eseguito dal celebre ritrattista Costanzo Angelini, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1899. Questa collaborazione ben esprime il desiderio della Soprintendenza di valorizzare anche quel patrimonio storico-artistico custodito nei depositi consultabili dei musei, conosciuto a volte solo dagli studiosi.

Gioacchino Murat Re di Napoli e Sicilia disegno di J.-B. Bosio, incisione di L. Rados

Gioacchino Murat Re di Napoli e Sicilia
disegno di J.-B. Bosio, incisione di L. Rados

Soddisfatto il direttore dell’Osservatorio, Massimo Della Valle: “Le celebrazioni per il bicentenario della fondazione dell’Osservatorio di Capodimonte, culminate con l’inaugurazione del Museo degli Strumenti Astronomici lo scorso novembre, non potevano concludersi in modo migliore. Il nostro museo raccoglie un centinaio di strumenti che testimoniano i passaggi fondamentali della ricerca astronomica che l’Osservatorio di Napoli ha contribuito a scrivere, dallo specchio di Herschel (1798), al telescopio equatoriale di Fraunhofer (1814), insieme alla prima edizione del De Revolutionibus Orbium Coelestium di Copernico (1543). Oggi, grazie alla cortese disponibilità del Soprintendente Fabrizio Vona e della direttrice di San Martino Rossana Muzii, due dei protagonisti dei nostri 200 anni di storia, Piazzi, ma soprattutto Gioacchino Murat, tornano a casa”.

Come la supernova di Keplero è considerata dagli astronomi un prototipo nello studio di questi oggetti stellari fortemente energetici che mostrano anche un aspetto a loro modo artistico, la collocazione di opere d’arte in un museo scientifico è un nuovo modo per far colloquiare tra loro istituzioni diverse e offrire ai tanti visitatori una visione più completa della storia dell’astronomia a Napoli anche attraverso l’espressione artistica più pura.