ALLENTARE GLI STANDARD DI STERILIZZAZIONE

Con qualche batterio in più

È la richiesta di due astrobiologi che ritengono eccessivamente severi e costosi i processi di sterilizzazione delle sonde che esplorano il sistema solare. Un sistema, dicono, che ha avuto 4 miliardi di anni, grazie agli impatti di meteoriti, per contaminarsi. E se per la ricerca dela vita ha ancora un senso, così non sembrerebbe per sonde orbitanti o dedicato al studi geologici

     27/06/2013
Marte

Marte

Sterilizzare le sonde che inviamo su Marte: ormai troppo costoso e inutile. È quanto affermano due ricercatori universitari, Alberto Fairen della Cornell University e Dirk Schulze-Makuch della Washington State University, i quali affermano che i vincoli di tutela ambientale sono diventati inutilmente restrittivi e costosi.

In un articolo sulla rivista Nature Geoscience, i due astrobiologi affermano che l’Ufficio preposto della NASA perché i microrganismi terrestri siano tenuti fuori dal suolo di Marte, ha procedure così dettagliate e costose da rendere impraticabili le missioni per cercare la vita sul pianeta rosso, e che tali protocolli di protezione debbano essere rivisitati.

L’Ufficio di Protezione Planetaria è come una interplanetaria Agenzia per la Protezione  Ambientale, che ha l’obiettivo di ridurre al minimo la contaminazione biologica che possa derivare da esplorare il sistema solare.

Per Fairén e Schulze-Makuch, in riferimento a Marte, tali sforzi sono probabilmente inutili, in quanto “la vita terrestre è molto probabilmente già stata trasferita su Marte”. Secondo i ricercatori gli impatti di meteoriti hanno avuto  3,8 miliardi anni per diffondere forme di vita della Terra a Marte, come anche i diversi veicoli spaziali che hanno visitato il pianeta rosso senza subire le procedure di sterilizzazione orai in atto.

Se gli organismi trasferiti a Marte nel corso degli eoni non sono riusciti a sopravvivere, gli organismi moderni dovrebbero probabilmente affrontare lo stesso destino. D’altra parte, se sono riusciti a sopravvivere, dicono Fairén e Schulze-Makuch, “è troppo tardi per proteggere Marte dalla vita terrestre e possiamo rilassarci in tutta sicurezza nell’applicazione delle politiche di protezione planetaria”.

Comunque per gli autori dell’articolo se ha ancora una utilità la sterilizzazione dei rover per la ricerca della vita sul pianeta Marte, onde evitare confusione tra possibili microrganismi marziani e terrestri, per quanto riguarda le sonde orbitanti o orientate allo studio geologico dei corpi celesti, gli standard di sicurezza per la sterilizzazione potrebbero essere ridimensionati.

“Come l’esplorazione planetaria deve affrontare drastici tagli di bilancio a livello globale è fondamentale evitare spese inutili e utilizzare al meglio i soldi per le’esplorazione planetaria”, è la chiosa dei due ricercatori.